Inquinamento acustico? La soluzione arriva (anche) dal design

da | 11 Nov 2021 | Design

Ridurre l’inquinamento acustico con il design?

Adesso si può. I danni da inquinamento acustico sono ancora sottovalutati, ma sono più di un miliardo i giovani tra i 12 e 35 anni a rischio di problemi di udito a causa dell’esposizione incontrollata al rumore, dal momento che un eccesso di rumore arriva ad aumentare del 30% la probabilità di avvertire una qualche difficoltà uditiva, andando a incrementare di quasi il doppio i disturbi dell’umore, insonnia, difficoltà di concentrazione e mal di testa.

La risposta a questo problema sta arrivando sempre più dall’utilizzo di soluzioni di design e nuove tecnologie che cercano di risolvere i differenti problemi di udito o di gestione del rumore.

Ma quali sono le zone meno rumorose del nostro Paese?
E Quali invece soggette a maggior inquinamento acustico?

Sono le domande a cui hanno cercato di rispondere Amplifon e Aiesec, associazione studentesca internazionale, attraverso l’iniziativa chiamata “Noise Escape Challenge”. Il progetto ha visto coinvolte 15 città italiane in totale, visitati da 65 membri dell’associazione giovanile, nel mese di Luglio scorso.

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L’obiettivo era quello di individuare delle oasi acustiche nelle quali potesse essere assicurata una piacevole esperienza uditiva e riportarle tramite un Noise Tracker sulla quale si basa il “Listen Responsibly”, una App, inizialmente chiamata “Ci sentiamo dopo”, nata per mappare i livelli di inquinamento acustico nelle città, ma anche nei locali pubblici e luoghi di lavoro. Sulla stessa App è stata stilata anche una classifica, grazie ai dati rilevati in 20 mesi dalla sua community, dalla quale emerge la classifica delle città più o meno rumorose del nostro paese. Tra gli esempi più virtuosi troviamo Torino, con una media di 48,90 dB, seguita a ruota da città come Cremona (51,57 dB) e Venezia (53,69 dB). Tra quelle più dannose per i timpani Milano, Lecce e Verona emergono come le città più rumorose d’Italia con i rispettivi valori medi di 65.31 dB, 65.24 dB e 61 dB.

Grazie a questa semplice App e una community molto ampia di utilizzatori, che contribuisce a fornire dati sempre più raffinati, è possibile consapevolizzare le persone sull’incidenza che il “rumore” ha nella propria vita quotidiana. Ed è ancora più importante come stimolo per i progettisti che, in forme e contributi diversi, possono contrastare e risolvere, con le loro idee e le loro soluzioni, un problema che ha una grande incidenza in tutto il mondo.

Basti pensare che, secondo l’OMS, sono 430 milioni le persone in tutto il mondo, circa il 6% della popolazione mondiale, che necessitano di servizi e soluzioni personalizzate a causa della perdita dell’udito di cui ben 136ml nella zona del Pacifico Orientale, 101ml nel Sud Est asiatico e 62ml nelle Americhe. Dati, questi, destinati a crescere anche a causa del progressivo invecchiamento della popolazione, che definirà nuovi mercati di consumo, come il merito della Silver Economy, over 65 in piena forma, sempre più sofisticato nei bisogni e, soprattutto, ricco.

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