Le famiglie pagano l’inflazione

da | 4 Ott 2023 | In evidenza, Primo piano

Scende il potere d’acquisto e la propensione al risparmio

L’inflazione non risparmia le famiglie italiane, che vedono diminuire il loro potere d’acquisto. Nel secondo trimestre 2023, infatti, il valore è sceso dello 0,2% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti dello 0,2%. Il tutto in un contesto nel quale la propensione al risparmio degli italiani è stimata al 6,3%, in calo dello 0,4% rispetto ai primi tre mesi dell’anno. Sono i numeri illustrati dall’Istat, che questa settimana ha pubblicato una serie di dati sull’andamento dell’economia italiana.

Partendo dal pubblico, Istat rileva come nel secondo trimestre 2023 l’indebitamento netto delle amministrazioni in rapporto al Pil sia stato pari al -5,4% (-5,7% nello stesso trimestre del 2022). Il saldo primario delle amministrazioni pubbliche (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato negativo, con un’incidenza sul Pil del -0,8% (-1,1% nel secondo trimestre del 2022). La pressione fiscale, invece, è stata pari al 42,0%, stazionaria rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Il reddito disponibile delle famiglie è diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti dello 0,2%. La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici, come accennato, è stimata quindi al 6,3%, in diminuzione di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. “A fronte di una sostanziale stazionarietà dei prezzi, il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente”, si legge nella nota Istat.

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Dall’Istituto arrivano anche i dati sul Pil, che risultano positivi rispetto all’anno scorso e negativi rispetto al primo trimestre 2023. Confrontando i valori con lo stesso periodo del 2022, infatti, si registra una crescita dello 0,3%, mentre c’è stato un calo dello 0,4% rispetto al primo trimestre di quest’anno. Comunque, Il secondo trimestre del 2023 ha avuto tre giornate lavorative in meno del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al secondo trimestre del 2022.

Sul lato occupazione, infine, continua il positivo andamento del mercato del lavoro italiano. Ad agosto, rispetto al mese precedente, aumentano infatti gli occupati e diminuiscono i disoccupati, con gli inattivi che rimangono sostanzialmente stabili. Nel dettaglio, l’aumento dell’occupazione (+0,3%, pari a +59mila unità), osservato per uomini e donne, dipendenti e autonomi, coinvolge i 25-34enni e i maggiori di 50 anni di età. Il tasso di occupazione sale al 61,5% (+0,1 punti). Si tratta di valori record per l’Italia da quando si registrano le serie storiche.

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