Sempre più auto elettriche in Europa
Agli abitanti del Vecchio Continente l’auto piace (sempre più) elettrica: lo strumento essenziale per gli spostamenti, nella sua versione non più caratterizzata dall’impiego di carburanti «tradizionali» (diesel e benzina), conquista, dati alla mano, fette di mercato rilevanti. Nello scorso mese di agosto, infatti, l’«escalation» è stata consistente, tanto che, nell’area dell’Unione europea, dei paesi Efta (Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera) e nel Regno Unito, stando alle cifre rese note questa mattina dall’Acea (l’organizzazione internazionale del settore automobilistico e manifatturiero), sono state immatricolate 904.509 vetture, «il 20,7% in più dello stesso mese del 2022»; inoltre, nei primi 8 mesi dell’annualità in corso, sono state vendute 8.516.943 auto, in crescita del 17,9% sul medesimo periodo del 2022.
Immatricolazioni
I dati rivelano, poi, che le immatricolazioni di auto elettriche in Ue sono state nel mese di agosto 165.165, in aumento del 118,1%, mentre tutti i mercati tranne Malta (-22.6%) hanno registrato una ascesa a doppia o tripla cifra, in particolare la Germania (+170.7%).
Numeri che si aggiungono a quelli, divulgati sempre nelle ultime ore, dal Centro studi Promotor: il mercato dell’Europa Occidentale, si sottolinea, «appare sostenuto dalla domanda delle flotte e dalla domanda di auto elettriche, che in agosto hanno toccato quota 196.647, con una crescita di ben il 101,6%, rispetto alle 97.556 immatricolazioni» dell’agosto dell’anno precedente.
Incentivi fino ad agosto
Esaminando, a seguire, il periodo compreso fra gennaio ed agosto del 2023, il tasso di incremento delle auto elettriche «si ridimensiona, ma rimane comunque molto significativo, in quanto è del 53,6% con 1.284.920 auto elettriche immatricolate contro le 836.802 dello stesso periodo del 2022». L’analisi tiene a mettere in risalto pure che la domanda di tali vetture «è fortemente sostenuta da incentivi generosi che, in qualche caso, scadevano in agosto, il che spiega la forte salita, in questo ultimo mese, degli acquisti in Germania in particolare».
L’incremento, viene spiegato, «interessa tutti i 31 mercati dell’Europa Occidentale con la sola modesta eccezione di Malta in cui la quota scende dal 14,9% al 14,2%», mentre «la quota più elevata è quella della Norvegia (83%), seguita da Islanda (39,9%) e Svezia (37,8%), mentre la Germania registra una quota del 18,6%, il Regno Unito del 16,4% e la Francia del 15,4%». Una delle quote più modeste, viene segnalato, è proprio quella dell’Italia che, pur crescendo dello 0,3% rispetto al 2022, non va oltre il 3,9%; peggio, recita il documento, fanno solo Polonia (3,5%), Croazia (2,8%), Repubblica Ceca (2,7%) e Slovacchia (2,4%).
Stando a quanto osservano dal Centro studi Promotor, bisogna considerare che «la domanda dei privati è fortemente ostacolata da due fattori: il primo è costituito da incertezze sul tipo di alimentazione per la nuova auto da acquistare legate alla transizione energetica, il secondo è la forte crescita dei prezzi delle auto e l’aumento del costo del denaro che ha determinato significativi incrementi anche del costo del finanziamento per l’acquisto di auto».