Dal rapporto “Il digitale in Italia nel 2021” grandi prospettive di crescita
Questo almeno dal punto di vista della riduzione del volume di affari rispetto ad altri segmenti produttivi, con un calo dello 0,6%, molto più basso rispetto al resto dell’economia, ma comunque nettamente in controtendenza paragonato al trend che ha caratterizzato il digitale negli ultimi dieci anni. I numeri sono illustrati nel rapporto “Il digitale in Italia nel 2021”, realizzato da Anitec-Assinform, che analizza lo stato di salute del settore e le prospettive di crescita dello stesso, comparandole anche con i possibili effetti del Pnrr. Valutato anche il peso economico dei cyber attacchi, che nel solo 2020 sono costati circa l’1% del pil mondiale.
Per il biennio 2021-2024 la previsione è di una della crescita (+5,5% nel 2023 e +4,9% nel 2024), con un mercato nel 2024 che si prevede attestarsi intorno agli 87 miliardi di euro. In particolare, si prevede un ulteriore aumento degli acquisti nei segmenti degli apparecchi tv (+20,4%) per quanto concerne il consumer, dei server high end e X86 e delle stampanti nel segmento business. Sono previsti andamenti positivi anche nei comparti dei sistemi di comunicazione e dei sistemi specializzati, per l’esigenza di potenziare le reti e rinnovare i sistemi in alcuni settori, primo tra tutti quello sanitario. Per quanto riguarda i device mobili, è previsto, sempre nel 2022, un ulteriore aumento per gli smartphone (+10,9%) e una sostanziale conferma della crescita di pc laptop (+9,4%) e Tablet (+9,2%).
È prevista una forte ripresa anche per il comparto software, “grazie alle maggiori vendite di server e agli aggiornamenti verso il nuovo sistema operativo Windows 11 Pro, del software middleware e del software applicativo, in funzione di maggiori acquisti in piattaforme e-commerce e di gestione web e di soluzioni IoT relative all’industria 4.0”.
Il report, come già accennato, prende in considerazione anche i possibili effetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza: “Ad ogni modo”, si legge infatti nel report, “l’andamento del mercato, nel suo complesso, dipenderà dalle capacità di utilizzo delle risorse allocate dal Pnrr, ancora impossibile da prevedere”. All’interno del rapporto vengono infatti presentati due scenari diversi: uno prende in esame Pnrr del mercato digitale con un utilizzo della totalità delle risorse stanziate dal Pnrr, mentre l’altro (più pessimista) mostra l’impatto del Pnrr in uno scenario di utilizzo del 70% dei fondi stanziati.
Nel primo scenario, si stima che le risorse del Pnrr incideranno complessivamente per 29,2 miliardi nel periodo 2021-2024, ovvero tra gli 8 e i 9 miliardi ogni anno a partire dal 2022, incrementali rispetto a un mercato fisiologico tra i 75 e gli 87 miliardi annui.
Un altro capitolo dello studio, infine, riguarda l’aumento dell’incidenza della cyber security e il suo impatto sul mercato, correlato al peso degli attacchi: “Nel corso del 2020 e del 2021 gli attacchi di cyber security hanno continuato a crescere, non solo in termini numerici ma anche dal punto di vista dell’impatto su organizzazioni pubbliche e aziende”. È stato raggiunto il picco massimo nel 2020, con 1,871 attacchi gravi di dominio pubblico rilevati e un incremento pari al 12% rispetto all’anno precedente. Dall’analisi della tipologia degli attacchi informatici avvenuti a livello globale, emerge un aumento degli attacchi di “cyber espionage” (+30,4%) e di “cyber warfare” (+17 %). Il dato più rilevante riguarda i danni economici causati da cybercrime che, secondo il report di McAfee “Hidden Cost of Cybercrime”, nel 2020 sono stati pari a 945 miliardi di dollari: l’1% del pil mondiale.