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Il mercato dei robot e dell’automazione ha già sconfitto la crisi

da | 7 Ott 2021 | Impiantistica elettrica e automazione

Grande crescita decisa sia per la produzione italiana di macchine utensili, robot e automazione che per l’export

Il mercato italiano della robotica e dell’automazione ha già sconfitto la crisi da Covid-19. Volano le esportazioni, con il carnet di ordini che ha raggiunto il livello record del 2018 e una capacità produttiva che ha sfiorato l’80%. Con una prospettiva rosea di crescita per l’intero comparto. Automazione e robotica sono al centro dell’evento che sta andando in scena in questi giorni a Milano (dal 4 al 9 ottobre a Fiera Milano a Rho), ovvero Emo, la manifestazione mondiale dedicata appunto alle macchine utensili, ai robot e all’automazione che torna in Italia dopo il successo dell’edizione 2015.

Alternativamente ospitata da Milano e Hannover, la manifestazione rappresenta il primo grande evento espositivo di respiro internazionale per gli operatori dell’industria manifatturiera. L’evento vede la partecipazione di 700 imprese provenienti da oltre 50 paesi che si suddivideranno sui 100.000 metri quadrati dei sei padiglioni utilizzati come superficie espositiva. Ci saranno inoltre più di cento incontri di approfondimento tecnico tecnologico.

I numeri del comparto sono messi giù da Ucimu, l’associazione costruttori italiani macchine utensili, robot e automazione aderente a Confindustria e le stime, come detto, sono tutte in rialzo: in particolare, la produzione italiana di macchine utensili, robot e automazione crescerà, del 22%, a 6,3 miliardi di euro nel 2021. Tale risultato è frutto sia dell’ottimo andamento delle consegne dei costruttori italiani sia dell’export che raggiungerà il valore di 3,4 miliardi, il 19% in più rispetto al dato 2020.

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Secondo l’elaborazione di Ucimu su dati Istat, nei primi sei mesi di quest’anno (ultimo dato disponibile), i principali paesi di destinazione dell’offerta italiana di macchine utensili sono risultati: Germania (+64,4%), Stati Uniti (+8,7%), Cina (-16,5%), Polonia (+77,8%) e Francia (+1,6%). Decisamente vivace anche la domanda italiana, come dimostra il dato di consumo che dovrebbe attestarsi a 4,6 miliardi di euro, il 28% in più rispetto al 2020. Questo risultato farà da traino sia per le consegne dei costruttori in Italia, che segneranno un incremento del 25%, attestandosi a 2,9 miliardi di euro, sia per le importazioni che cresceranno, del 33%, attestandosi a 1,7 miliardi di euro.

L’indice degli ordini raccolti dai costruttori italiani nel secondo trimestre dell’anno evidenzia una crescita decisa, pari al 187% rispetto al secondo trimestre 2020 (che però, dobbiamo ricordarlo, comprende aprile, mese di stop per il lockdown, e dunque rappresenta un trimestre decisamente difficile). Gli ordini interni sono cresciuti del 368% e gli esteri del 132% rispetto al periodo aprile-giugno 2020. È risultata in crescita anche la capacità produttiva il cui indice ha sfiorato, come detto, l’80%. Il dato risulta superiore a quello registrato nell’ultimo trimestre 2019. Anche il carnet ordini è cresciuto a 7 mesi, tornando così, di fatto, sui livelli record del 2018. In media di anno (6 mesi) l’indicatore si attestato a 6,8: anche in questo caso il dato è molto vicino a quello registrato nel 2018.

“Stiamo crescendo ad una velocità doppia rispetto a quello che prevedevamo appena qualche mese va, quando già i nostri dati indicavano un trend decisamente positivo”, il commento della presidente di Ucimu Barbara Colobo. “E proseguiremo su questa strada anche nel 2022. Infatti, in termini assoluti, per trovare un dato migliore relativo agli ordini interni del terzo trimestre, occorre tornare al 2007. Per gli ordini esteri si tratta invece del dato più alto mai registrato”.

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