Il design ad uso del packaging per alimenti destinati al food delivery

da | 19 Gen 2022 | Design

L’incontro fra designer e chimici alimentari

 

Il design sbarca anche nel mercato del cibo, in particolare quello da asporto. In questo periodo, a seguito della pandemia, la crescita del food delivery è stata esponenziale: secondo l’Osservatorio e-commerce B2C del Politecnico di Milano e di Netcomm, solo in Italia il comparto segna introiti per 566 milioni di euro con una crescita del 56% rispetto al 2018. Il mercato della consegna a domicilio, quindi, sta rapidamente crescendo e potrebbe raggiungere i 164,5 miliardi di dollari entro il 2024, in virtù di un aumento annuo del 22% per i prossimi tre anni.

Crescono quindi le offerte e le ricette, ma oltre agli chef a sorridere sono anche i professionisti che non si vedono ma che hanno, e avranno, l’opportunità di apportare innovazione lungo tutta la filiera di produzione e di smaltimento. Nel caso dei packaging ormai è prassi pensare al riciclabile e al biodegradabile, ma lo studio di design Forest and Whale di Singapore, è andato ben oltre pensando ad un contenitore commestibile.

In realtà la sperimentazione in questo campo offre già qualche esempio simile e si sta sviluppando sempre più velocemente attraverso nuovi progetti e start-up. Nell’anno appena passato è apparso sul mercato un packaging commestibile, prodotto dall’inglese Gousto per i suoi dadi da brodo. Creato in collaborazione con Xampla, uno spin-off dell’Università di Cambridge, è realizzato ingegnerizzando e seccando un materiale proteico proveniente dai piselli. Reuse invece è fatto con bucce di grano che vengono macinate finemente e modellate usando stampi metallici ad alta temperatura. Va bene per ogni tipo di cibo, ma è più adatto a una pasta fredda piuttosto che a una zuppa, perché questa prima versione ancora non resiste per lungo tempo all’umidità. Il suo utilizzo è perfetto per un consumo che avviene entro le tre ore dal confezionamento. Reuse cambia anche le abitudini al consumo inserendo un elemento in più, se stesso nel menù del pasto. Infatti può essere rotto e mangiato, anche se in realtà oggi il gusto è molto vicino a quello di una barretta di crusca, L’innovazione però non si ferma e sicuramente a breve i gusti saranno rivisti, magari sarà possibile selezionare il sapore di un contenitore anche in base al tipo di cibo che si desidera ricevere. Chi invece non vuole assaggiare il contenitore e non ha un animale domestico a cui regalarlo, può smaltirlo nel compost, dove si decompone completamente nel giro di 30 giorni. Anche il coperchio è compostabile, ma non commestibile: è fatto in poliidrossialcanoati (PHA), materiale a base di batteri con proprietà simili alla plastica.

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L’incontro fra designer e chimici alimentari ha aperto a una nuova frontiera del consumo responsabile che incarna perfettamente l’approccio alla cura del pianeta e che rappresenta una “gustosa” opportunità per tutti coloro che vorranno provare ad innovare, attraverso le proprie competenze, in questo nuovo ambito.

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