Il caro prezzi si abbatte sulla chimica
Il settore è infatti in discesa, visto che nel secondo semestre è previsto un calo della produzione dell’8%, che porterebbe a una diminuzione complessiva nell’anno del 4%. Nei primi sei mesi del 2022, infatti, il settore aveva retto, con un aumento del 4%. Da luglio, tuttavia, “si registra un significativo deterioramento, causato soprattutto dai costi energetici e dall’indebolimento della domanda da parte dei settori clienti”. L’allarme è stato lanciato da Paolo Lamberti, presidente di Federchimica, nella relazione all’assemblea del 24 ottobre scorso.
Nell’intervento è stato ricordato, innanzitutto, che l’industria chimica in Italia conta più di 2.800 imprese, ed è il terzo produttore europeo dopo Germania e Francia e sesto settore industriale del Paese. Il comparto ha chiuso il 2021 con un valore della produzione di 56,4 miliardi di euro. Sono 112 mila gli addetti occupati, addirittura 278 mila considerando l’indotto. Inoltre, come si legge dalla relazione del presidente, “l’industria chimica è da tempo impegnata nel promuovere l’efficienza energetica e dal 2000 ha ridotto i consumi energetici del 44% a parità di produzione, anche grazie agli investimenti in cogenerazione, rinnovabili ed economia circolare”. Viene poi aggiunto come per far fronte alla crisi energetica, le aziende stiano “utilizzando ogni leva disponibile, incluse la rimodulazione dei turni e la riformulazione dei prodotti”.
Proprio la crisi energetica è stata, come detto, al centro del dibattito dell’assemblea. Secondo Lamberti queste difficoltà sono particolarmente sentite dalla chimica “un settore energivoro, che utilizza il gas anche come materia prima per moltissime produzioni. Già prima dell’attuale crisi, il costo dell’energia aveva un’incidenza elevatissima (11%) sul valore della produzione, con punte ancor più significative ad esempio per gas tecnici, fertilizzanti, chimica di base e molti principi attivi farmaceutici”, il pensiero del presidente di Federchimica.
La soluzione
Per quanto riguarda le soluzioni l’invito è quello di puntare sull’innovazione, che deve “diventare centrale e prioritaria nei programmi di sostegno pubblici, favorendo gli sforzi delle imprese, soprattutto piccole e medie, con una ricerca pubblica indirizzata a finalità industriali”. Soddisfazione, infine, in merito alla firma anticipata del contratto collettivo di categoria, che “ha assicurato una prospettiva per il futuro delle imprese e dei lavoratori in un clima di grande incertezza”.