Il bando Raee per lo sviluppo di nuove tecnologie finalizzate al recupero, il riciclaggio e il trattamento dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche è pronto a partire. Il ministero della transizione ecologica ha infatti pubblicato la graduatoria dei progetti che saranno finanziati. Sei i programmi ammessi: università di Pavia (a cui andranno 298.903 euro), Instm (istituto nazionale per la scienza e tecnologia dei materiali, a cui andranno 299.507 euro), l’università di Camerino (250.029 euro), l’università di Palermo (300.000 euro), quella di Modena (247.500 euro) e quella di Bari (169.572). L’attuazione del piano rientra nella strategia complessiva di riforma della gestione ambientale italiana che ha come obiettivo quello di far diventare l’Italia un “campione della transizione ecologica”, come affermato dallo stesso ministro Roberto Cingolani in audizione sull’attuazione del Pnrr.
I progetti, come detto, fanno parte nel programma Raee, sulla base del dlgs 49/2014 che, all’articolo 19 comma 2 disciplina il piano che attua quanto previsto dalla direttiva 2012/19/Ue, successivamente modificata dalla direttiva 2018/849/Ue del 30 maggio 2018. L’obiettivo principale dell’iniziativa è quello di prevenire e ridurre gli impatti negativi derivanti dalla produzione e gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (i Raee, appunto) attraverso l’incentivazione di un uso efficiente ed ecocompatibile delle risorse (materie prime), con particolare attenzione al recupero, al riciclaggio ed alla ottimizzazione del ciclo di vita dei materiali. Il tutto tramite:
– lo sviluppo ed il potenziamento della circolarità nella gestione dei rifiuti, favorendo l’effettivo reimpiego degli stessi in nuovi cicli produttivi in sostituzione della materia prima vergine;
– l’incentivazione della riproduzione su scala industriale di tecnologie innovative e sostenibili dal punto di vista ambientale per il trattamento di materiali provenienti da prodotti complessi (multimateriali o compositi) a fine vita, favorendo l’adozione da parte del sistema industriale dei materiali così ottenuti per il loro riutilizzo nel ciclo produttivo di prodotti nuovi;
– l’incentivazione della gestione dei Raee, tenuto conto della responsabilità estesa del produttore che, al fine di rafforzare la prevenzione e facilitare l’utilizzo efficiente delle risorse durante l’intero ciclo di vita, comprese le fasi di riutilizzo, riciclaggio e recupero dei rifiuti, prevede la possibilità di adottare le modalità ed i criteri di introduzione della “responsabilità estesa del produttore” del prodotto, inteso come qualsiasi persona fisica o giuridica che professionalmente sviluppi, fabbrichi, trasformi, tratti, venda o importi prodotti, nell’organizzazione del sistema di gestione dei rifiuti e nell’accelerazione dei prodotti restituiti e dei rifiuti che restano dopo il loro utilizzo.
Secondo quanto indicato nel decreto, per essere ammessi i progetti dovevano essere caratterizzati da elevata replicabilità e dalla possibilità di un rapido trasferimento dei risultati all’industria per l’attuazione degli interventi stessi. Potevano essere finanziate, quindi, attività di ricerca industriale e/o sviluppo sperimentale “finalizzate allo sviluppo di tecnologie per il recupero, il riciclaggio e il trattamento dei Raee. La durata dei progetti non deve essere inferiore a 12 mesi e superiore a 24 mesi. Nel caso fosse prevista la realizzazione dei prototipi, si potrà arrivare al massimo a 36 mesi. Se, nel corso della realizzazione, il progetto dovesse subire dei ritardi per cause non imputabili alla volontà del beneficiario dei finanziamenti, si potrà avere un’ulteriore proroga di un altro anno. Lo stanziamento minimo di fondi per progetto era di 100.000 euro, il massimo di 300.000, per un plafond complessivo di 2 milioni di euro.
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