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Green pass obbligatorio negli studi. Ma rimangono molti dubbi, dalla clientela ai controlli. Attesi chiarimenti dal Governo

da | 21 Set 2021 | In evidenza

Comunità energetiche 2023

Titolari e dipendenti degli studi con obbligo di green pass, clienti no. Controlli affidati al datore di lavoro o a un suo delegato, con la supervisione degli ordini nazionali nel caso di segnalazioni da parte dell’utenza del mancato rispetto dei vincoli di legge sulla certificazione. Dal 15 ottobre, fino al 31 dicembre, cambia la vita degli studi professionali: senza green pass, non sarà possibile svolgere la propria attività.
Sono le conseguenze del decreto approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 16 settembre che estende l’obbligo di certificazione verde anche per chi svolge attività lavorative nel pubblico come nel privato. La norma, da quanto si apprende dalla lettura delle bozze, sembra disegnata sul lavoro dipendente, ma avrà i suoi notevoli impatti anche su quello autonomo, in particolare su quello degli studi professionali.
Il decreto introduce nuovi obblighi per il settore pubblico (con un articolo dedicato agli uffici giudiziari) e per il settore privato. Per quest’ultimo, viene stabilito che dal 15 ottobre fino al 31 dicembre “a chiunque svolge un’attività lavorativa nel settore privato è fatto obbligo, ai fini dell’accesso nei luoghi in cui la predetta attività è svolta, di possedere e d esibire su richiesta la certificazione verde Covid 19”. Viene inoltre stabilito come la disposizione valga anche per i soggetti che svolgono a qualsiasi titolo la loro attività nei luoghi sopra indicati.
Per gli studi, quindi, ci sarà l’obbligo di green pass per datori di lavoro e per i dipendenti, nonché per i collaboratori esterni. Il controllo, come detto, dovrà essere effettuato dal titolare dello studio o da un suo delegato: basterà scaricare l’app dedicata ed effettuare il check, come già avviene nei ristoranti.
Ancora poco chiara, invece, la gestione della clientela: ad oggi non c’è un obbligo di legge per l’utenza, con grande preoccupazione delle associazioni professionali. Tutti sono in attesa di chiarimenti da parte del governo: verranno aggiornate le solite Faq che proveranno a chiarire gli aspetti più controversi della questione.
Oltre al rapporto con i clienti, l’altro elemento di discussione riguarda la gestione delle eventuali segnalazioni. Nel caso in cui il cliente volesse denunciare il mancato rispetto dell’obbligo, non è chiaro quale debba essere il ruolo di ordini e consigli nazionali e come gli stessi debbano interagire con gli uffici pubblici per procedere con eventuali sanzioni.
Altra problematica riguarda quelle professioni che svolgono la loro attività all’aria aperta e non in un luogo chiuso, come le guide ambientali. La norma parla di “accesso nei luoghi di lavoro”; leggendo testualmente, l’obbligo non dovrebbe quindi riguardare categorie come le guide naturali e ambientali, che non accedono in nessun luogo per offrire i propri servizi. Diversa l’applicazione nei cantieri: essendo luoghi di lavoro delimitati, sarà necessario avere il pass per entrare.
Come si vede, sono ancora molti i punti da chiarire. Già si attendono le linee guida da parte del governo che andranno a sciogliere alcuni dei dubbi sopra citati. Consigli e ordini nazionali delle professioni, oltre alle associazioni di categoria, hanno già preallertato i propri tecnici e provvederanno a diffondere delle informative appena la situazione sarà più limpida.
Gli obblighi, come detto, saranno in vigore fino al 31 dicembre. Ma gli stessi potrebbero essere prorogati, visto che la data è indicata come la scadenza dello stato di emergenza. Nel caso si venisse prolungato, rimarrebbero in piedi anche le regole sulla certificazione.

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