Sostenibilità importante per tutti, ma poi si guardano i numeri e c’è ancora tanta strada da fare
La sostenibilità si dice ma non si fa. Almeno in Italia, anche se sono veramente pochi i paesi che veramente investono sulla green economy. Per quanto riguarda la nostra penisola, dati sconfortanti sono arrivati dagli ultimi stati generali sulla green economy, che quest’anno era dedicato al tema “L’economia di domani: una green economy decarbonizzata, circolare e rigenerativa”. Sulla decarbonizzazione siamo dietro agli altri stati europei, le emissioni di gas serra sono aumentate dal 2019 al 2022 e l’energia rinnovabile stenda a decollare. Unico aspetto in cui “brilliamo” (anche in modo sorprendente) è il riciclo dei rifiuti. Ma è necessario fare di più e non perdere l’occasione (irripetibile) del Pnrr.
Partiamo dai numeri presenti nel report. Dal 2015 al 2022, ad esempio, le emissioni nette di gas serra sono state ridotte del 4%, ma dal 2019 al 2022 sono cresciute invece del 2%. Male anche il rapporto tra 2021 e 2022 per quanto riguarda l’energia rinnovabile, che è diminuita al 19% del fabbisogno (il target Ue parla del 40% nel 2030). Inoltre, le rinnovabili elettriche sono calate dal 41% del 2021 al 35,6% della richiesta. E anche dal punto di vista della tutela dell’ambiente le cose non vanno bene; benché l’Italia sia ricca di biodiversità, tutela nel complesso solo il 21,4% del proprio territorio e il 6,9% del proprio mare, valori inferiori alla media della Ue del 26,4% e del 12,1%. Per le aree protette a terra siamo al 19°posto in Europa.
Eppure, ogni giorno sentiamo parlare di sostenibilità, ogni stato mette il tema al centro della propria agenda, ogni impresa crede in questi valori e li fa propri. O, almeno, sembra che queste realtà (imprese private e pubbliche, enti territoriali, governo, stato) siano interessate, anche se poi nei fatti la situazione è molto diversa. Inoltre, sarebbe necessario anche riflettere sulla possibilità che gli obiettivi fissati non siano raggiungibili e che sarebbe, quindi, necessario rivederli, renderli più realistici. Nella famosa definizione degli obiettivi “Smart”, la A sta proprio per “raggiungibili” (achievable). Se pensiamo alle energie rinnovabili, alle case green, all’adeguamento antisismico, le cifre pensate dai legislatori europei sono sempre difficilmente raggiungibili dal nostro paese. Sicuramente è una nostra responsabilità perché siamo più indietro di altri, non ci siamo mossi in tempo. Ma è altrettanto certo che servono target adatti alle varie realtà che compongono l’Unione. Altrimenti, si andrà avanti con procedure di infrazione o con dibattiti infiniti, senza arrivare a una reale svolta.
Se non a parole.