NADEF e MANOVRA 2024
La Nota di aggiornamento di economia e finanza (Nadef) sarà sottoposta al voto dell’Aula della Camera dopodomani, mercoledì, mentre prosegue senza sosta il «cantiere» del Governo per la definizione delle misure che entreranno nella Legge di Bilancio per il 2024.
Con un occhio (sempre) vigile sulle risorse contenute, come evidenziato a più riprese dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, ma pure sulla situazione dei mercati finanziari, tanto che il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha sollecitato Palazzo Chigi, affinché «rassicurasse» gli investitori, rispetto ai loro timori sul debito pubblico del nostro Paese.
Impennata dello SPREAD
Uno scenario delicato, considerato che, nella settimana appena trascorsa, lo «spread» (la differenza di rendimento tra i titoli di stato italiani a 10 anni, i Btp, e gli equivalenti titoli pubblici tedeschi, ndr) si è impennato, fino a giungere a quota 204; a tal proposito, il numero uno dell’Istituto di via Nazionale si è espresso nettamente, in un’intervista, dichiarando: «Non penso ci sia speculazione contro l’Italia. Penso si tratti sostanzialmente delle preoccupazioni sulla crescita dell’economia sul lungo termine», espressioni che hanno, comunque, generato agitazione nella maggioranza di centrodestra.
Per ciò che concerne la Nadef, nell’arco delle prossime ore, dal Governo, il quadro sui contenuti del documento – una sorta di «antipasto» della manovra economica autunnale – si farà più chiaro, giacché nel pomeriggio sono previste alcune importanti audizioni, nella Commissione Bilancio della Camera: a dire la loro, infatti, saranno tanto il Cnel e l’Istat, quanto la Corte dei Conti e Bankitalia.
Come accennato, se la «coperta» dei fondi da immettere nella Legge di Bilancio per l’anno venturo è assai corta, al tempo stesso non si arresta la volontà dell’Esecutivo di reperire più risorse possibili da destinare ad alcuni settori fondamentali che necessitano di finanziamento: in prima linea c’è la sanità e, stando a quanto si apprende, il governo vorrebbe riuscire a collocarvi almeno un miliardo, forse un miliardo e mezzo.
Plastic e Sugar Tax
Sul versante delle fonti di gettito, invece, viene indicato che non si dovrebbe ricorrere alle probabili entrate frutto dell’imposizione di due tasse non del tutto «popolari»: la «plastic e la sugar tax», laddove la prima prevederebbe un prelevamento di 0,45 centesimi di euro per ogni chilo di prodotti di plastica monouso venduto (iniziativa invisa a buona parte del mondo produttivo), mentre la seconda (assai sostenuta dagli organismi che si occupano della tutela della salute, ma contrastata da una discreta «fetta» di aziende) vedrebbe più «pesante» il costo delle bibite ad alto contenuto di zucchero e povere di nutrienti. Le due imposte, è stato rammentato nelle ultime ore, da cui si stima un gettito di circa 600 milioni annui, erano state istituite dal secondo governo di Giuseppe Conte, nel 2019, però la loro entrata in vigore è sempre slittata a data da destinarsi.
Ad oggi, infine, le sole certezze su quanto realmente finirà nella Legge di Bilancio sono il taglio del cuneo fiscale per un anno per i redditi fino a 35.000 euro, l’avvio della riforma dell’Irpef ed alcune misure per aiutare le famiglie.
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