Il «restyling» (l’ennesimo) del Superbonus 110% per l’efficientamento energetico in edilizia ci sarà, su impulso del ministero dell’Economia e del Parlamento, per rendere (nuovamente) possibile cedere più volte i crediti, però con specifici «paletti». Tuttavia, l’attenzione del governo è accentuata sulle frodi nell’ambito dell’incentivo fiscale, giacché per il titolare del dicastero di via XX settembre Daniele Franco «resta fondamentale evitare ulteriori truffe, che sono tra le più grandi che questa Repubblica abbia visto». È quanto si è appreso dalla conferenza pomeridiana che ha seguito la conclusione del Consiglio dei ministri di ieri: per il presidente del Consiglio Mario Draghi, «quelli che oggi più tuonano sul Superbonus, che dicono che queste frodi non contano, che bisogna andare avanti lo stesso», altri non sono che «alcuni di quelli che hanno scritto la legge e hanno permesso di fare lavori senza controlli». «Se siamo in questa situazione», ha proseguito perentorio, «è perché si è costruito un sistema che prevedeva pochissimi controlli», dunque se l’agevolazione «oggi rallenta è per i sequestri deliberati dalla magistratura per questioni fraudolente per 2,3 miliardi di euro», ma «le somme oggetto di indagine sono molto, molto più alte», ha puntualizzato.
Le parole del capo del governo, che arrivano il giorno dopo l’audizione parlamentare del direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini (che aveva riferito come «l’attività di analisi e controllo condotta ha consentito di individuare, all’Agenzia e alla Guardia di finanza, un ammontare complessivo di crediti d’imposta inesistenti» nel quadro delle norme del cosiddetto «Decreto Rilancio» pari a 4,4 miliardi»), sono state altrettanto chiare sulle intenzioni, in merito alla misura: l’Esecutivo, ha detto, «vuole che il meccanismo funzioni e i correttivi dovrebbero trovare posto in un emendamento a cui stanno lavorando il ministero e il Parlamento». La direzione, s’è inserito Franco, è quella di arrivare a «tracciare meglio» le operazioni, dunque «potremmo avere dentro il sistema bancario una possibilità più ampia, con due, o tre cessioni» del credito per i lavori edili effettuati usando la «leva» del Superbonus. Nel contesto attuale, ha aggiunto il ministro, «l’’importante è che si riprenda l’attività, che tutti gli intermediari tornino ad accettare le richieste e che il mercato riparta», ma «in modo più sicuro di prima», affermando che «asseverazione, controllo «ex ante» dell’Agenzia delle Entrate, limiti al numero di cessioni dei crediti, vanno tutti nella direzione di assicurare certezza agli operatori», ha precisato. A novembre, ha ricordato, «abbiamo dato all’Agenzia delle Entrate poteri di controllo «ex ante»: ha 5 giorni per verificare la bontà delle segnalazioni che riceve», poi, all’inizio dell’anno, «siamo intervenuti sul numero di cessioni. È il susseguirsi di cessioni che fa sì che, col passare delle cessioni, si perda qualsiasi possibilità di ricostruire la situazione», ecco perché, ha affermato Franco, «le abbiamo limitate».
Nel frattempo, durante la conferenza stampa di palazzo Chigi è stato annunciato che sul «caro-bollette» il governo interverrà la prossima settimana: arriverà un decreto con «sostegni per contenere l’emergenza e interventi sull’offerta dell’energia con il potenziamento della produzione. E, infine, una parte» che riguarderà la «fornitura a prezzo calmierato» di energia.