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Governo, Pnrr da migliorare e nuovi attacchi al Superbonus da 100 miliardi

da | 4 Set 2023 | In evidenza

Comunità energetiche 2023

Forum Ambrosetti di Cernobbio: in cima alle priorità della squadra di governo di Giorgia Meloni c’è lo «sprint» al Pnrr (il Piano nazionale di ripresa e resilienza), da migliorare

Lo ha sostenuto con espressioni nette il ministro titolare del provvedimento di matrice europea, Raffaele Fitto, affermando che i dati che iniziano ad arrivare sull’andamento delle iniziative contenute nelle missioni «sono positivi e confortanti», dunque occorre darsi da fare, affinché «possano migliorare», perciò la revisione del Piano costituisce «un elemento importante» per il suo rilancio. Dal palco del forum Ambrosetti di Cernobbio (Como), l’esponente dell’Esecutivo di centrodestra ha acceso i fari sulle sorti di RepowerEu, la proposta nazionale, ha riferito, che «prevede investimenti strategici sulle reti e interventi molto importanti in termini di efficientamento energetico con incentivi per famiglie e imprese per circa 20 miliardi», e che «può rappresentare, una volta concluso l’iter di confronto con la Commissione europea, se autorizzato, una opportunità molto importante in questa direzione».

Il Piano, ha tenuto a ricordare, in vista dell’odierno viaggio a Bruxelles, dove il programma italiano sarà al vaglio delle Istituzioni comunitarie, «poggia su tre voci sostanzialmente, 68 miliardi di contributi a fondo perduto, 122 di contributi europei a debito e 30 miliardi di fondo complementare che è un ulteriore debito. Il tema della ripresa del Pnrr lo voglio sottolineare perché la ripresa deve essere costante e gli investimenti devono avere anche una qualità delle scelte, perché questo debito va restituito», ha aggiunto Fitto.

Nel frattempo, a seguito delle parole dure della premier sul Superbonus, pronunciate la settimana passata («la più grande truffa ai danni dello Stato»), la questione dell’incentivo per le ristrutturazioni pensato dal M5s e di ciò che ne resta, dopo le varie modifiche normative, a rincarare la dose ci ha pensato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, sempre dall’assise sul lago di Como: l’agevolazione fiscale al 110% gli ha causato, ha detto, un «mal di pancia», per quanto si riflette e si rifletterà sui conti pubblici. E su come condizionerà la manovra economica per il 2024, che non avrà enormi risorse da impiegare, come preannunciato da Meloni.

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Cos’è stato immettere nel mercato il Superbonus 110% per Giorgetti? Una scelta tipica di un certo assolutismo, ha spiegato, tirando in ballo l’immagine del «Re Sole che distribuisce prebende», però «così non si va da nessuna parte», ha scandito, elencando le cifre, ossia che «su 100 miliardi, questo governo ne ha pagati 20 e altri 80 sono da pagare, ma tutti hanno mangiato, poi si sono alzati dal tavolo», sono state le sue parole sull’esito della misura difesa dall’ex premier Giuseppe Conte, che l’introdusse, dopo lo scoppio della pandemia.

Con la Legge di Bilancio alle porte, infine, il titolare del dicastero delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso fa sapere, in un’intervista, che «4 miliardi serviranno a finanziare il Piano Transizione 5.0, altri 4 a sostenere le filiere strategiche in trasformazione con la concessione di incentivi alle imprese nella transizione «green» e digitale».

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