CDM: il Governo discute la manovra economica, tanti i temi
Agosto agli sgoccioli, per il governo di Giorgia Meloni ri(torna) sotto i riflettori c’è il «nodo» del costo dei carburanti (uno degli elementi che hanno caratterizzato l’azione politica degli ultimi mesi, protagonista pure delle vacanze, che hanno visto un’impennata delle spese per le famiglie che si sono spostate in auto), ma pure le vicende legate all’immigrazione e alla ricostruzione post-sisma: è parte del «puzzle» su cui dovrebbe basarsi il Consiglio dei ministri convocato per il tardo pomeriggio di oggi, la prima riunione dell’esecutivo di centro-destra, a seguito della pausa estiva.
Al di là, però, delle decisioni che verranno adottate in giornata, lo scenario è animato dalle diverse istanze che potrebbero entrare nella Legge di Bilancio autunnale: numerose sono le idee spinte dai partiti di maggioranza, assai più contenute, si segnala da Palazzo Chigi, saranno, invece, le risorse su cui contare. Ecco, dunque, perché il dibattito sarà presumibilmente ampio, nei prossimi giorni, per arrivare a selezionare i fronti di maggiore urgenza su cui intervenire.
Si parte, dunque, a tratteggiare l’ossatura di quella che diventerà la manovra economica per il 2024, ma il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha già tenuto a specificare, nelle ultime ore, che quella di stasera sarà una discussione generale. E che la riunione di maggioranza sul testo vera e propria si terrà il 6 settembre. È stato, poi, sempre l’esponente di Fi a rimettere sul tavolo del dibattito una misura che aveva fatto subito storcere il naso al suo partito, ossia quella della tassa sugli extraprofitti delle banche (una imposta straordinaria calcolata con un’aliquota del 40% sul maggior valore del margine di interesse dell’anno 2022, che superi di almeno il 5% il margine del 2021, e sul margine dell’anno 2023, che superi di almeno il 10% il margine del 2021, ndr), licenziata dal Consiglio dei ministri del 7 agosto scorso. Occorre, ha detto in una intervista televisiva, «scrivere bene la norma. Una delle preoccupazioni è legata al fatto che si tassano i rendimenti dei titoli di Stato. Poiché sono oltre 400 miliardi quelli detenuti dalle banche, rischiamo che ci siano ricadute sulle prossime aste», ha chiarito Tajani, anticipando che i parlamentari forzisti presenteranno degli emendamenti per modificare il provvedimento.
In Legge di Bilancio, si prevede, entrerà sicuramente il rinnovo del taglio del cuneo contributivo per i lavoratori dipendenti, in vigore da luglio e in scadenza a fine anno (per attuarlo dovrebbero esser messi a disposizione 9-10 miliardi), e verosimilmente la detassazione delle tredicesime, già inserita nella legge delega per la riforma del sistema tributari (entrata in vigore meno di due settimane fa), con l’ipotesi di anticiparla rispetto alla manovra, per dare un segnale già sugli stipendi di dicembre. Sul fronte delle pensioni, al di là delle iniziative di maggior portata (su cui ci sono già delle divergenze di opinione fra i partiti del centrodestra), al momento vengono dati per plausibili dei «piccoli aggiustamenti» per le misure già esistenti: dovrebbe essere confermata Quota 103, ovvero la possibilità di uscire dal lavoro con 62 anni di età e 41 di contributi e l’Ape sociale per i lavoratori disagiati, mentre Opzione donna potrebbe essere ritoccata, allargando di nuovo la platea a chi ha 35 anni di contributi con un’età minima che potrebbe essere alzata.
Nelle prossime ore qualche indicazione in più, per capire meglio quali saranno i basamenti della Legge di Bilancio, dovrebbero giungere dagli ambienti governativi. E, a quel punto, il «cantiere» entrerà nel vivo.