Aggiornamenti dal Governo sulle modifiche al Piano di ripresa e resilienza per favorire l’efficienza energetica e la transizione green nel settore delle professioni tecniche, e riguarderà anche gli incentivi per le ristrutturazioni
I «ritocchi» al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) erano stati a più riprese ventilati dal governo, ma oggi la riunione della cabina di regia del programma di matrice europea ha indicato (seppur con scarsi dettagli) i fronti da rivedere, in vista dell’ottenimento della quarta rata delle risorse. E ci sono anche elementi che riguardano il mondo delle professioni tecniche. In particolare, recita il testo diffuso oggi, c’è all’orizzonte una modifica che «mira a rafforzare la misura con gli obiettivi di risparmio di energia primaria. Allo stato, non essendo chiaro il contributo alla transizione «green» del Sismabonus, d’intesa con i servizi della commissione, si è concordato di aumentare l’obiettivo dell’Ecobonus», viene evidenziato. E questo orientamento, a giudizio dell’Esecutivo «consente anche di rendicontare l’installazione di caldaie a condensazione a gas in sostituzione delle caldaie a minore efficienza».
A seguire, si legge, dopo «i bandi di selezione degli interventi a fronte di 6.500 infrastrutture di ricarica di cui 4.000 nei centri urbani e 2.500 nelle aree extraurbane, risultano pervenute richieste per 4.700 infrastrutture di ricariche nelle sole aree urbane», però, operando una correzione, verrà permesso di «allineare l’obiettivo agli esiti delle procedure di selezione e si impegna il Governo a pubblicare nuovi bandi per consentire il raggiungimento dell’obiettivo finale. Anche in questo caso non si tratta di ridurre le risorse finanziarie, ma semplicemente di adeguare, agli esiti di una procedura ad evidenza pubblica, un obiettivo intermedio per consentire il pieno raggiungimento del «target» finale», viene precisato.
Quanto, poi, alle iniziative per la sperimentazione dell’idrogeno per la mobilità ferroviaria, l’idea di modifica che viene redatta dall’Italia prevede la riformulazione della descrizione dell’investimento contenuto nella Cid (Council implementing decision, ovvero lo strumento tramite il quale la Commissione europea prende le decisioni sul Pnrr, ndr), «tiene conto degli esiti del processo di selezione delle proposte ed è in linea con i progetti selezionati, tenuto conto della natura sperimentale della misura. Nel dettaglio – va avanti il documento – in ordine alla localizzazione degli interventi si è previsto che gli stessi possano essere realizzate preferibilmente in prossimità dei siti locali di produzione di idrogeno verde e/o delle stazioni autostradali di rifornimento di idrogeno e che la stessa possa prevedere misure per la ricerca e sviluppo». Sempre sul versante del trasporto su rotaia, un’altra revisione «intende chiarire la composizione del materiale rotabile (treni e carrozze) da acquistare nell’ambito degli obiettivi previsti dalla quarta rata. In tal senso si propone di modificare il testo della Cid con una formulazione più aderente alle finalità dell’investimento e delle tipologie di servizio reso. Nel dettaglio, la composizione aggiornata del materiale rotabile consiste nell’entrata in servizio di almeno 53 treni passeggeri a emissioni zero e di altre 100 carrozze per il servizio universale», si puntualizza.
Al termine della riunione della Cabina di regia, il ministro competente sul Piano, Raffaele Fitto, ha affermato che le modifiche approvate oggi «ci consentono di mantenere fede al percorso stabilito», nonché di «chiedere la quarta rata nei prossimi giorni». Insoddisfatte le opposizioni, con l’ex ministro ed esponente di Azione Mariastella Gelmini che ha dichiarato che «il mancato completamento di tutti i 27 obiettivi previsti al 30 giugno 2023 mette in pericolo 16 miliardi di euro, una cifra importante che sarebbe un grave errore perdere. Il governo faccia tutto il possibile per scongiurare questo scenario, venga in Parlamento e dica con chiarezza come pensa di procedere, quali scadenze non saranno rispettate, o rimodulate», ha concluso.