Governo, 5 miliardi per «tagliare» i costi delle bollette energetiche, rimodulando le agevolazioni
Il governo affronta (nuovamente) il «peso» dei costi energetici, saliti a causa del conflitto fra Russia ed Ucraina scoppiato nel febbraio del 2022, destinandovi cinque miliardi, nel corso del Consiglio dei ministri di ieri.
Nel dettaglio, su proposta del titolare del dicastero dell’Economia Giancarlo Giorgetti, è stato approvato il decreto con misure a sostegno di famiglie e imprese contro il «caro-bollette» e interventi in favore del settore sanitario per un ammontare complessivo di risorse stanziate nel provvedimento pari a 4,9 miliardi di euro; le agevolazioni sono state ridisegnate su base trimestrale, tenendo conto sia dell’andamento dei prezzi delle forniture di materie prima (meno elevati, rispetto ai primi mesi dallo scoppio della guerra, anche in virtù delle nuove fonti di approvvigionamento internazionali a beneficio dell’Italia, a partire dalla seconda metà dell’anno passato), sia dell’obiettivo di favorire il risparmio energetico, nel nostro Paese.
Il testo dell’Esecutivo precisa che arriverà dal primo ottobre e fino al 31 dicembre 2023 un contributo per le famiglie, «erogato in quota fissa e differenziato in base alle zone climatiche», con riferimento a ciascun dei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2023, da elargire nel caso in cui la media dei prezzi giornalieri del gas naturale sul mercato all’ingrosso superi una certa soglia. Inoltre, si legge nel provvedimento, è stato contemplato un contributo straordinario, sotto forma di credito d’imposta, riconosciuto alle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale fino al 30 giugno 2023: le risorse, però, si premette sono destinate a quelle realtà produttive «i cui costi per kWh della componente energia elettrica, calcolati sulla base della media del primo trimestre dell’anno 2023 e al netto delle imposte e degli eventuali sussidi, hanno subìto un incremento superiore al 30% rispetto allo stesso periodo del 2019».
Tale facilitazione di carattere fiscale, la cui percentuale, rispetto alle spese sostenute per l’energia acquistata ed effettivamente utilizzata nel secondo trimestre dell’anno 2023 non è, tuttavia, stabilita, andrà a parziale compensazione dei maggiori oneri sostenuti. Il credito d’imposta «è riconosciuto anche in relazione alla spesa per l’energia elettrica prodotta dalle imprese e dalle stesse autoconsumata nel secondo trimestre dell’anno 2023. In tal caso l’incremento del costo per kWh di energia elettrica prodotta e autoconsumata è calcolato con riferimento alla variazione del prezzo unitario dei combustibili acquistati e utilizzati dall’impresa per la produzione della medesima energia elettrica e il credito di imposta è determinato con riguardo al prezzo convenzionale dell’energia elettrica, pari alla media, relativa al secondo trimestre dell’anno 2023, del prezzo unico nazionale dell’energia elettrica», recita ancora il documento governativo.
I crediti d’imposta dei quali le imprese possono beneficiare (cedibili a banche e ad altri intermediari finanziari), viene ancora evidenziato nel comunicato di Palazzo Chigi, «sono utilizzabili esclusivamente in compensazione entro la data del 31 dicembre 2023, non concorrono alla formazione del reddito d’impresa, né della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive (Irap) e sono cumulabili con altre agevolazioni che abbiano ad oggetto i medesimi costi, a condizione che tale cumulo, tenuto conto anche della non concorrenza alla formazione del reddito e della base imponibile dell’Irap, non porti al superamento del costo sostenuto».