Poco meno di 8 connazionali su 10 sono disposti a modificare il proprio stile di vita, orientandosi su scelte più ecosostenibili, a patto, però, che i cambiamenti siano distribuiti in maniera equa all’interno della società (42,5%)
.E che i costi di questa rivoluzione «green» vengano compensati dai vantaggi (33,2%). È quanto affiora dalla lettura del 1° Rapporto Edison-Censis dal titolo «La sostenibilità sostenibile», analisi dalla quale si apprende come, in base alla percezione degli italiani, la forma di sostenibilità considerata prioritaria è quella di carattere economico (per il 41,1% degli intervistati), a seguire c’è quella ambientale (32,1%), legata all’«impegno per ridurre l’inquinamento e lottare contro il riscaldamento globale», mentre in terza posizione si attesta la sostenibilità sociale (indicata dal 26,8%), ritenuta prioritaria per «garantire la tutela dei gruppi sociali svantaggiati».
«Fuori da ogni retorica e luogo comune», viene messo in evidenza dagli esperti che hanno realizzato l’indagine, appare evidente l’aspirazione degli abitanti del Belpaese per «una sostenibilità ambientale che sia allo stesso tempo sostenibile da un punto di vista socio-economico e che risulti inclusiva, in grado di creare nel prossimo futuro un benessere di qualità accessibile a tutti». E permane l’impressione di un generale orientamento al pragmatismo, anche tra i più giovani interpellati.
Sotto la lente d’ingrandimento del Censis è finita pure la tendenza degli italiani a spendere, all’indomani dell’avvento del Coronavirus: il 48,2%, si legge, tornerà a usare il reddito come faceva prima dell’emergenza, mentre il 31,8% aumenterà il risparmio e solamente il 9% consumerà di più (l’11% si è detto indeciso al riguardo). Pertanto, viene osservato, in questo clima di incertezza, il consumatore decide come muoversi pensando non soltanto al prezzo – che, comunque, continua ad avere un suo «peso» nelle scelte – ma anche «riconoscendo i valori che un’impresa incarna e la qualità della relazione che è capace di instaurare con i suoi clienti», recita il dossier.
Dunque, va avanti lo studio, oltre a essere disposti a spendere di più per prodotti e servizi che rispettano l’ambiente (58,7%) e a premiare le aziende che rispettano i diritti dei lavoratori (50,8%), il 54,6% dei connazionali è pronto a pagare di più per prodotti e servizi italiani ed il 49,6% lo fa volentieri per aziende impegnate in progetti sociali.
Medesimo atteggiamento lo si riscontra in merito alle forniture di gas ed elettricità, giacché al momento di sottoscrivere un contratto si scopre come i costi siano sì importanti, tuttavia non è l’unica variabile esaminata: per il 53,9%, infatti, le tariffe non rientrano tra le prime tre priorità considerate, e c’è, poi, quasi un 10% che segnala il prezzo come «primo e unico fattore su cui incentrare la scelta». Infine, a giudizio del campione interpellato, il rispetto dell’ambiente e la lotta al riscaldamento globale rappresentano l’elemento prioritario di scelta per l’11,2%. E sono inclusi in testa alle priorità per circa il 30%.