Il costo per la realizzazione delle opere pubbliche aumenterà del 20% rispetto agli ultimi anni a causa della crescita dei prezzi delle materie prime e dell’energia. Per scongiurare gli effetti negativi ed evitare la mancata realizzazione di opere già programmate (legate al Pnrr ma non solo), i prezziari regionali saranno incrementati del 20% e gli interventi la cui offerta è stata accettata prima del 31 dicembre 2021 vedranno una valorizzazione dello stato di avanzamento lavori (Sal), che sarà completata entro il 31 luglio 2021. In più, oltre al potenziamento di tre miliardi su fondi già esistenti, sarà messo in piedi un ulteriore strumento ministeriale (Mef) dedicato alle opere indifferibili, che da qui al 2026 godrà di oltre 10 miliardi di risorse. I numeri sono stati presentati dal Ministro delle infrastrutture Enrico Giovannini, che è intervenuto in audizione alla Camera per commentare il cosiddetto decreto energia (dl 50/2022).
Il ministro ha parlato degli articoli del decreto di interesse del ministero. Dopo aver illustrato il nuovo credito di imposta per gli autotrasportatori (28% della spesa sostenuta nel primo trimestre 2022 per l’acquisto di gasolio utilizzato in veicoli di categoria euro 5 o superiore di massa pari o superiore a 7,5 tonnellate), Giovannini ha snocciolato una serie di numeri sul costo delle opere pubbliche legato alle recenti crisi (prima Covid e poi invasione dell’Ucraina): “secondo le nostre stime, dopo una lunga stagnazione che ha caratterizzato il periodo 2015-2020, è ipotizzabile un aumento del 20% costo per la realizzazione delle opere pubbliche. Il governo ha quindi previsto una serie di interventi eccezionali, sia per le offerte chiuse prima del 31 dicembre 2021 che per quelle future. Ci sarà una valorizzazione delle Sal entro il 31 luglio, che se non operata dalle regioni sarà realizzata direttamente dai provveditorati. I prezziari regionali saranno incrementati del 20% e i maggiori importi saranno riconosciuti alla stazione appaltante nella misura del 90%. Per quanto riguarda le opere 2022, le stazioni appaltanti potranno chiedere una rimodulazione degli importi a disposizione”.
Il ministro ha poi parlato delle compensazioni e dei fondi che saranno utilizzati per disinnescare gli effetti dell’aumento dei prezzi. Prima ha ricordato come i due fonti esistenti nel ministero di sua competenza (dl 76/2020 e dl 73/2021) abbiano in dote 3 miliardi di euro, ovvero “un aumento straordinario rispetto agli importi previsti”. In aggiunta, il titolare del dicastero ha anche illustrato il funzionamento di un nuovo fondo, di competenza del Mef, dedicato all’avvio di opere indifferibili: oltre a quelle del Pnrr, lo strumento è rivolto alle opere commissariate, a quelle del piano nazionale complementare, alle olimpiadi di Milano Cortina 2026 e ai giochi del Mediterraneo.
La dotazione finanziaria è di 10,5 miliardi, da qui al 2026.