INAIL, pubblicato vero e proprio vademecum gestione del rischio caldo sul lavoro: linee guida
Il ciclone CIRCE darà qualche ora di tregua al caldo africano che si è abbattuto sull’Italia nelle ultime settimane e che, comunque, dal 10 agosto – sempre secondo le previsioni – tornerà a farsi sentire.
Per chi deve lavorarci, a 35 e passa gradi, la questione non è affatto semplice e in tal senso l’INAIL, che ricorda la possibilità di affidarsi ad un vero e proprio vademecum, pubblicato sul proprio sito, corredato da una serie di strumenti di approfondimento sugli effetti delle condizioni di stress termico ambientale sui lavoratori.
Il progetto Worklimate e la web-app dedicata
L’obiettivo del progetto Worklimate è proprio quello di evitare ai lavoratori, per quanto più possibile, i rischi di infortuni e malattie causate dallo stress termico.
Coordinato dall’Inail e dall’Istituto per la Bioeconomia del CNR, il progetto ha sviluppato un prototipo di sistema di previsione dello stress da calore per lo screening dei rischi professionali a uso di lavoratori, datori di lavoro e addetti alla salute e sicurezza aziendali, che contiene anche una sezione specifica dedicata alla previsione delle aree geografiche in cui è possibile il superamento della soglia di temperatura giornaliera di 35 gradi, con mappe di previsione a livello italiano per tre giorni.
È stata inoltre realizzata una web-app, a utilizzo per i datori di lavoro ei professionisti della sicurezza aziendale (RSL), che permette una completa personalizzazione del rischio caldo per varie località, calibrata sulle caratteristiche dei lavoratori e su vari scenari di esposizione.
Il supporto decisionale
La piattaforma, integrata con le ordinanze regionali e con le istruzioni dell’Inps in caso di superamento dei 35 gradi, deve esser considerata come uno strumento di supporto alle decisioni a integrazione delle misure già esistenti e dell’osservazione meteo-climatica fatta direttamente sul luogo di lavoro.
Nello specifico, integra quanto contenuto nelle recenti ordinanze regionali “anti caldo” firmate dai presidenti di Puglia, Basilicata e Calabria, che vietano il lavoro agricolo in condizioni di esposizione prolungata al sole, dalle ore 12,30 alle ore 16 nei giorni in cui il rischio è classificato alto dal progetto Worklimate, e le istruzioni già fornite dall’Inps per la cassa integrazione ordinaria, in caso di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa a causa di temperature elevate che superino la soglia dei 35 gradi.
La guida contro il rischio caldo
L’INAIL sottolinea anche che, tra i diversi materiali messi a disposizione, è disponibile una guida per la gestione del rischio caldo che si apre con la descrizione delle patologie da calore, tra le quali rientrano:
- i crampi;
- la dermatite da sudore;
- gli squilibri idrominerali;
- Il colpo di calore, che può comportare aritmie cardiache e l’innalzamento della temperatura corporea oltre i 40 gradi.
I compiti del datore di lavoro
Sarà il datore di lavoro a dover individuare procedure specifiche per attuare le misure più efficaci, a partire dalla scelta di una apposita figura che sovrintenda al piano di sorveglianza per la prevenzione degli effetti dello stress da caldo.
La guida, inoltre, evidenzia l’importanza di osservare le misure generali, ovverosia:
- l’idratazione,
- l’abbigliamento adeguato,
- la riorganizzazione dei turni di lavoro e
- la possibilità di accedere ad aree ombreggiate durante le pause.