Gas, «nelle prossime settimane» direttiva del MiTE per produzione nazionale

da | 21 Giu 2022 | Ambiente, cave e miniere

L’approvvigionamento di lungo termine di gas naturale di produzione nazionale

«Su direttiva del ministro della transizione ecologica, che verrà emanata nelle prossime settimane, il gruppo Gse avvierà le procedure per l’approvvigionamento di lungo termine di gas naturale di produzione nazionale, invitando a partecipare a dette procedure i titolari di concessioni di coltivazioni di gas, i cui impianti di coltivazione siano compatibili secondo il PiTESAI (Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idone), di cui al decreto ministeriale 28 dicembre 2021, anche nel caso di concessioni improduttive, o in sospensione volontaria delle attività».

È quanto si legge nella risposta che il titolare dello stesso dicastero, Roberto Cingolani, ha dato all’interrogazione presentata in Commissione Industria a palazzo Madama dal senatore di FdI Andrea de Bertoldi, in merito a quanto il governo intenda fare in merito alla questione dell’approvvigionamento energetico, a seguito delle tensioni fra Russia ed Ucraina, spiegando, recita il testo, che «i concessionari, così, potranno manifestare interesse per tali procedure, comunicando un programma di produzioni per gli anni dal 2022 al 2031, comprensivo anche di eventuali interventi per l’incremento, o la ripresa della produzione medesima, da autorizzare entro sei mesi dalla data di avvio dei procedimenti».

Inoltre, viene segnalato, «i prezzi e le condizioni di vendita del gas saranno definiti con decreto del ministro dell’Economia e delle finanze, di concerto con il ministro della Transizione ecologica, sentita l’Arera (l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente)» ed è previsto, poi, che «i volumi di gas nazionale prodotto saranno offerti, ai predetti prezzi stabiliti, ai clienti finali industriali, con riserva di almeno un terzo alle piccole e medie imprese».

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Nella interrogazione Cingolani evidenzia che «solo una minima parte di pozzi non eroganti sono ancora potenzialmente produttivi e, comunque, necessitano di interventi di manutenzione, la cui realizzazione è legata ad autorizzazione, anche di natura ambientale»; difatti, «i pozzi classificati come produttivi non eroganti, classificati tecnicamente in condizione di «shut in», nella loro quasi totalità non sono in grado di entrare in produzione, in quanto sono affetti da problematiche tecniche che ne impediscono o l’attivazione, oppure in quanto oramai raggiunti dalla tavola d’acqua nel suo spostamento verso l’alto durante la fase di coltivazione del giacimento». Il documento si sofferma, a seguire, sulla produzione nazionale di gas: «si rileva che nel 2020 è stata di 4,42 miliardi di Standard metri cubi (Smc), con un decremento dell’11, 4% rispetto alla produzione del 2019, contribuendo per circa il 6,2% al fabbisogno nazionale».

Si dichiara «parzialmente soddisfatto» de Bertoldi per la risposta del ministro «alla mia interrogazione sugli interventi per riattivare i pozzi di estrazione del gas presenti nel Paese, benché arrivata dopo ben tre mesi dalla mia richiesta», scrive, ma «meglio tardi che mai verrebbe da dire, soprattutto con riferimento alle conclusioni della risposta, che aprono finalmente ad un rinnovato utilizzo dei nostri pozzi e giacimenti, smentendo le posizioni contrarie all’utilizzo del gas da parte del Movimento 5 Stelle», così come «l’operato del Governo di Giuseppe Conte» che, afferma ancora il senatore di FdI, nel Decreto Semplificazioni «aveva persino bloccato le autorizzazioni alle imprese, che già avevano avuto i permessi per le attività di ricerca e prospezione». Secondo il parlamentare, alla luce della risposta, «serve ora più coraggio, anche per semplificare con effetto immediato le procedure autorizzative». Ed invoca «un percorso straordinario per le concessioni che ineriscono il settore energetico, nonché per lo sfruttamento interno dei giacimenti minerari come il litio e le terre rare».

 

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