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Gas, l’emergenza continua, fra manovre europee e nazionali per un «altolà» a prezzi da capogiro

da | 19 Ott 2022 | In evidenza, Primo piano

Il «tetto» al prezzo del gas è (costantemente) sui tavoli di Bruxelles, nel tentativo di evitare (altre) brutte sorprese, sul fronte energetico, nel Vecchio Continente, in conseguenza della crisi russo-ucraina. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, ha messo un punto sul piano comunitario sull’energia, imprimendo una svolta alla strategia Ue: più vincoli agli Stati membri e alla volatilità dei costi, più solidarietà in caso di carenze delle forniture e la prospettiva di un indice di riferimento che faccia da contraltare al tanto criticato Ttf. Tuttavia, c’è l’ipotesi di un nuovo scontro al vertice europeo del 20 e 21 ottobre, causato dalla volontà di alcune nazioni del Nord di avere un «price cap» più «dinamico», per prevenire picchi estremi sui mercati finanziari.

Nuova proposta legislativa sull’energia

Nel dettaglio, è nel pomeriggio di ieri che si è registrato il semaforo verde del Collegio dei commissari europei alla nuova proposta legislativa sull’energia: il «pacchetto» di misure, è stato riferito, «affronta il caro-prezzi del gas e assicura la sicurezza delle forniture per questo inverno». Tra le principali misure approvate figurano l’acquisto congiunto di gas, la creazione di un nuovo parametro di riferimento per i prezzi del Gnl entro marzo 2023 e, nel breve termine, un meccanismo di correzione dei prezzi per stabilire un limite di prezzo dinamico per le transazioni sulla borsa del gas Ttf, poi norme di solidarietà predefinite tra gli Stati membri in caso di carenza di approvvigionamento. Per von der Leyen, «se le tendenze attuali persisteranno fino alla fine di quest’anno e continueremo ad agire, avremo ricevuto almeno 65 miliardi di metri cubi di gas da fornitori diversi dalla Russia e avremo risparmiato 50 miliardi di metri cubi di gas». Scendendo, poi, nella realtà italiana, è chiaro che il nuovo governo della presidente del Consiglio «in pectore» Giorgia Meloni, che si avvia verso una fase decisiva, con le consultazioni al Quirinale dei prossimi giorni, dovrà affrontare con attenzione la «partita del gas» (ed alcune fonti sostengono che rimanga in piedi l’idea di trovare un ruolo per il ministro uscente della Transizione ecologica Roberto Cingolani, impegnato fino ad ora nelle trattative in Europa) che, come accennato, sembra prendere una buona piega a Bruxelles.

Nel complesso, comunque, l’autunno dalle temperature assai miti, e l’Europa che si muove per frenare la corsa dei prezzi energetici, hanno già avuto effetti sul prezzo del gas che comincia la sua caduta libera e torna ai livelli di giugno. All’orizzonte si intravede, dunque, un calo generale delle bollette ma non prima che l’Arera, a inizio novembre, abbia comunicato i nuovi rincari relativi all’aggiornamento di ottobre. Aumenti che però, grazie agli aiuti varati dal Governo nell’ultimo anno, peseranno di meno sulle famiglie più povere: secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio, le misure contro il caro energia hanno avuto un sensibile effetto redistributivo, dimezzando l’impatto dell’inflazione.

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