Arriva la «sforbiciata» delle erogazioni di gas russo alla nostra Penisola, diretta conseguenza della crisi fra il Cremlino e Kiev: stamani, infatti, segnala l’Eni, è giunta la riduzione di 1/3 delle forniture all’Italia, rispetto alla media degli ultimi giorni. «Gazprom ha comunicato che per la giornata di oggi fornirà a Eni volumi di gas pari a circa 21 milioni di metri cubi al giorno, rispetto a una media degli ultimi giorni pari a circa 32 milioni di metri cubi al giorno. Eni fornirà ulteriori informazioni in caso di nuove e significative variazioni dei flussi», scrive la compagnia nazionale. A queste informazioni si aggiunge quanto espresso, nelle stesse ore, dalla Commissione europea, via social network: «Dodici Paesi dell’Ue sono già direttamente interessati» dal decremento, dunque «riempire le nostre capacità di stoccaggio del gas prima di questo inverno può aiutarci a prepararci a eventuali ulteriori interruzioni e tagli delle forniture di gas».
Il nostro Paese, nel frattempo, prova a prendere provvedimenti, facendo (anche) appello alla responsabilità dei cittadini, in un frangente assai delicato per le conseguenze del conflitto russo-ucraino, ma pure in virtù del surriscaldamento globale. «Stiamo discutendo con altri ministeri di un progetto rapido di informazione, tipo «Pubblicità e progresso», su due grandi settori: uno è l’acqua, l’altro è l’energia. Fra l’altro, due settori molto collegati. Stiamo pensando di costruire una serie di messaggi che diano dei suggerimenti di comportamento e di sobrietà nell’uso delle risorse. Sarà fondamentale lanciare questi messaggi a breve, visto che, dopo l’estate, comincerà il periodo in cui i consumi crescono», riferisce il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, nel corso di un’iniziativa promossa questa mattina dall’Enea sul risparmio energetico nelle abitazioni. Per l’esponente governativo il contenimento dei consumi del gas nel settore residenziale «è cruciale, lo abbiamo compreso facendo i conti per sostituire il gas russo», laddove nelle case si sviluppano il 30% degli usi ed il 12% delle emissioni. Se, prosegue, «gli utenti non sono sensibili al risparmio e alla riduzione delle emissioni, le politiche sono inutili» in uno scenario nel quale, spiega il ministro, «le misure di sobrietà sono semplici. Se abbassassimo di 1 grado la temperatura media, o riducessimo di 1 ora il tempo di riscaldamento, risparmieremmo 1,5 – 2 miliardi di metri cubi di gas all’anno».
Inoltre, «mezzo miliardo di metri cubi all’anno potremmo risparmiarli usando le lampadine a led» così come occorre impegnarsi nel risparmio energetico degli edifici: l’Italia ha un patrimonio immobiliare importante e antico, non siamo un paese dove si buttano giù gli edifici ogni 10 anni. Ma andranno fatti grandi cambiamenti», sottolinea. A giudizio di Cingolani, infine, vi sono anche altri interventi possibili per risparmiare gas, fra i quali «una campagna di elettrificazione, le comunità energetiche, il fotovoltaico», per il quale, evidenzia, «abbiamo semplificato le procedure» e «le pompe di calore».