Un accordo notturno (preliminare) a Bruxelles per «alleviare» i costi energetici nel Vecchio Continente, la cui impennata è conseguenza della crisi fra Russia ed Ucraina: i capi di stato e di governo riuniti nel Consiglio europeo hanno, infatti, trovato un’intesa in merito alle misure che erano state proposte nei giorni scorsi dalla Commissione Ue per assicurare forniture di energia stabili, tra cui c’è anche un limite dinamico al prezzo del gas (non, dunque, un vero e proprio «price cap», il «tetto» di cui tanto si era parlato nelle settimane passate, bensì una modalità simile).
Le tempistiche
L’applicazione non ci sarà a breve, va precisato, e il «sì» di massima è stato possibile, soltanto perché, nelle conclusioni, i leader, di fatto, si sono impegnati a discuterne ancora. È un procedimento abituale nei negoziati europei: sui temi ci sono convergenze solo marginali, piccoli progressi ottenuti di riunione in riunione per raggiungere l’unanimità necessaria. Ma, benché non siano state prese decisioni definitive, ci sono stati comunque passi in avanti notevoli.
Nel dettaglio, la Germania ha ammorbidito la sua posizione, consentendo ai leader europei di compiere timidi progressi sulle misure per affrontare la crisi energetica, perciò, nella dichiarazione congiunta, i leader invitano la Commissione e il Consiglio a presentare «urgentemente decisioni concrete» su un limite «dinamico di prezzo di carattere temporaneo per le transazioni di gas naturale allo scopo di limitare immediatamente episodi di prezzi eccessivi del gas». Con limite «dinamico» del prezzo del gas, è giusto rammentarlo, si intende il divieto di transazioni sul gas superiori ad un certo limite variabile.
Le transazioni avvengono sul Title Transfer Facility (TTF), il controverso mercato energetico di Amsterdam, e il limite «variabile» alle transazioni troppo alte sarebbe calcolato via via prendendo a riferimento una media delle quotazioni di gas in altri mercati finanziari internazionali, giudicati più stabili e più rappresentativi delle reali condizioni di domanda e offerta. In questo modo si contribuirà a evitare un’estrema volatilità (assai pericolosa, dal punto di vista finanziario), senza eccessive distorsioni del mercato. Questo limite dovrebbe essere temporaneo, in attesa di un nuovo meccanismo di riferimento per stabilire il prezzo del gas. Ad occuparsene sarà l’Acer, l’Agenzia europea per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia, che consegnerà un modello entro marzo 2023. Italia e Francia dall’inizio della crisi energetica hanno sempre sostenuto come un «price cap» avrebbe consentito di tenere sotto controllo l’aumento generale di tutti i prezzi ed il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha detto che i paesi europei si mostrano uniti e compatti nella gestione della crisi, un forte messaggio, che contribuirà anche a tenere più basso il prezzo del gas sui mercati. Soddisfatto il presidente del Consiglio uscente Mario Draghi, che ha salutato i colleghi a Bruxelles, sostenendo che l’Unione europea «è un concetto rilevante per tutti i nostri Paesi. Tutti guardano all’Ue come a una fonte di sicurezza, stabilità e pace: dobbiamo tenerlo a mente come stella polare per il futuro, soprattutto in tempi difficili come questi».