La formazione accademica è la chiave per il futuro delle professioni
E’ questo il filo conduttore della seconda tappa del XV Congresso dei Periti Industriali che ha fatto scalo all’università di Padova, alla presenza del Prorettore dell’Università con delega alla Didattica Marco Ferrante, di Giovanni Franco Bonollo, Professore e Presidente della Scuola di Ingegneria dello stesso ateneo, Andrea De Bertoldi Commissione Finanze della Camera dei Deputati, Antonio De Poli Questore del Senato e naturalmente i rappresentanti della categoria Giovanni Esposito, Presidente del Consiglio nazionale dei Periti Industriali, Paolo Bernasconi Presidente dell’Ente di previdenza e Roberto Ottolitri, Presidente dell’Ordine dei Periti Industriali di Padova. Il tutto guidato dal contributo scientifico di Domenico De Masi, Professore emerito di Sociologia del Lavoro dell’Università La Sapienza di Roma che guiderà i Periti Industriali lungo tutto l’anno congressuale.
Dunque l’ambito della formazione uno dei focus sui quali si è concentrata la tappa patavina, a partire dal prorettore Ferrante che ha ribadito l’impegno dell’ateneo per le prime lauree professionalizzanti, sottolineandone la disponibilità ad attivarne altre nella classe LP03 con il supporto della categoria. “Quella della formazione professionalizzante” ha ribadito, “è una mancanza che finalmente colmiamo, unita ad altre sfide su cui puntare come quella della formazione continua, le cosiddette “micro credential” che rappresentanto la terza missione per le università”. Sulla stessa scia il Presidente della scuola di ingegneria dell’università di Padova Bonollo, secondo il quale “la formazione universitaria abbinata alla formazione continua può avere un ruolo determinate. Il mondo del lavoro è in profonda evoluzione, condizionato da una serie di nuove tecnologie che lo influenzano, questo obbliga a fare delle transizioni lavorative tra diverse categorie professionali e quindi soprattutto obbliga a una formazione lungo tutto la carriera lavorativa”.
Proprio di tecnologia e della necessità di non farsi trovare impreparati si è soffermato nel suo intervento anche Domenico De Masi, professore emerito di sociologia del lavoro dell’Università di Roma La Sapienza, che in qualità di responsabile scientifico dell’intero congresso accompagnerà la categoria nelle diverse tappe fino all’evento conclusivo romano. “Siamo per essere investiti da un’ondata tecnologica prodigiosa e dobbiamo avere presente che con l’intelligenza artificiale parte di quello che si fa oggi verrà sostituito dalle macchine. Ed è proprio sulla formazione che bisogna investire per stare al passo ed essere pronti a cavalcare il cambiamento”.
Sul tema delle lauree professionalizzanti è intervenuto poi il senatore De Poli che ha rassicurato la platea sull’imminente firma dei decreti della cosiddetta legge Manfredi: “manca solo l’atto finale”, ha ribadito, “ovvero la firma finale del Ministro dell’Università e la conseguente pubblicazione in Gazzetta ufficiale. E’ questo un obiettivo ormai vicino, raggiunto anche e soprattutto grazie alla determinazione di chi come il Cnpi ha sostenuto con forza il carattere professionalizzante e abilitante delle lauree triennali, attraverso i tirocini convenzionati con l’Ordine professionale”. De Poli ha fatto poi un passaggio al Dpr 169/05 il regolamento per il riordino del sistema elettorale, dichiarando di aver presentato un ordine del giorno al DL PNRR che impegna il Governo a promuoverne una modifica ricomprendendone anche la professione.
Le scelte fatte dai periti industriali, sin dal 2014, a partire da quella che ha deciso di innalzare il titolo di accesso all’albo -da diploma a laurea- ha affermato nel suo intervento di apertura il Presidente dell’Ordine di Padova Roberto Ottolitri, “sono state fatte con grande lungimiranza. Questa categoria sa mettersi in discussione proiettandosi nel futuro, il percorso sarà ancora lungo, ma sono certo riusciremo a completarlo continuando a garantire il nostro importante contributo al Paese”.
“Siamo nel pieno cambiamento del sistema formativo” ha dichiarato il Presidente dei Periti Industriali, Giovanni Esposito, “una fase cruciale di riforma che a partire proprio dalle modifiche del suo sistema universitario, anche -ma non solo- con le lauree professionalizzanti, approdi a quello dell’accesso agli ordini. Questo per riuscire a dare a questo paese due livelli per le professioni tecnico ingegneristiche, uno per quelle con laurea triennale e uno per quelle con laurea magistrale. Attendiamo ora la firma di questi primi decreti attuativi per aprire il tavolo tecnico che dovrà attuare l’articolo 4 della legge Manfredi e d’intesa con gli altri ordini della Rete delle Professioni Tecniche far sì che siano resi abilitanti anche gli ulteriori titoli di laurea che permettono di accedere attualmente a più Albi”.
“Ad ogni tappa sono sempre più focalizzate le priorità di riforma della nostra categoria” ha affermato poi il Presidente dell’Eppi Paolo Bernasconi. “Le sfide sul tavolo non mancano ma siamo certi che con il contributo di tutti sarà possibile indagare con solidità e concretezza le possibili soluzioni. Con questo percorso congressuale abbiamo la possibilità di ascoltare le esigenze e le proposte dei nostri colleghi che dovremmo accompagnare durante e dopo l’attività lavorativa.
La previdenza e la professione sono parte integrante dello stesso sistema circolare e vogliamo cogliere la sfida al miglioramento e alla riforma che l’attuale contesto di transizione ci sta ponendo di fronte”.
Intervento a tutto tondo quello di Andrea de Bertoldi, componente della Commissione Finanze a Montecitorio e relatore del decreto Superbonus. Nel corso del suo intervento il deputato di Fratelli d’Italia ha infatti toccato diversi punti chiave per i periti industriali, dall’annosa questione del superbonus rassicurando i professionisti “sul ruolo che avranno nello sviluppo e nel miglioramento dei bonus edilizi”, a quello della riforma fiscale in cui “potranno beneficiare dei principi fondamentali della riforma”, fino al tema della previdenza annunciando l’avvio di un percorso per “una riduzione della tassazione sui rendimenti finanziari delle Casse previdenziali private”. Infine, il provvedimento sull’equo compenso che ha detto “rappresenta un’ulteriore svolta per tutelare le professioni dopo che le “Lenzuolate” dell’ex ministro Pier Luigi Bersani avevano eliminato le tariffe minime a danno dei più giovani e più deboli e della qualità della prestazione”.