Estensione della flat tax, dell’Ape sociale, partecipazione ai bandi come le imprese, riforma degli ammortizzatori sociali. Equo compenso e incentivi alla crescita dimensionale degli studi.
Queste (e poche altre) le proposte dedicate al mondo professionale nei programmi elettorali dei principali schieramenti in vista del 25 settembre.
Un’attenzione non troppo elevata, come di consueto, per i lavoratori autonomi, anche se non mancano alcune proposte che meritano un approfondimento.
Partiamo dalle più generiche; il Movimento 5 stelle parla ad esempio di una riforma degli ammortizzatori sociali in senso universale anche per autonomi, partite iva, liberi professionisti e nuove tipologie di lavoro.
A questo aggiunge un nuovo statuto dei lavoratori e delle lavoratrici per garantire a dipendenti e autonomi gli stessi diritti e le stesse tutele. Si tratta di due interventi molto importanti che non avrebbero vita facile in Parlamento, ma che non possono essere giudicati senza conoscerne i contenuti.
La destra ha una misura principe per le partite iva, ovvero l’estensione della flat tax fino a centomila euro di fatturato su incremento di reddito rispetto alle annualità precedenti “con la prospettiva di ulteriore ampliamento per famiglie e imprese”.
In generale, si parla poi di aumentare le tutele per lavoro autonomo e libere professioni e del contrasto all’esercizio abusivo della professione.
Il Pd, nel suo programma, pone come obiettivo quello di aumentare le tutele per tutte le categorie di lavoratori, citando anche professionisti e autonomi, “attraverso misure di sostegno e di semplificazione, favorendo la “transizione 4.0” in uno scenario che coniughi innovazione, concorrenza e sostenibilità”, investendo “nella ricerca e nell’innovazione per superare le inefficienze e i problemi strutturali di bassa produttività del “Sistema Italia”.
Tra le misure indicate, c’è anche l’estensione dell’Ape sociale verso gli autonomi, un tentativo di prepensionamento dedicato per una volta ai professionisti e non solo ai dipendenti.
Nel programma del Terzo Polo vengono invece citate una serie di misure più specifiche. La prima è quella di consentire agli autonomi di partecipare ai bandi come le imprese, equiparando l’iscrizione all’albo a quella alla camera di commercio.
Ci sono poi valutazioni su incentivi alla crescita degli studi professionali, “eliminando i disincentivi fiscali e intervenendo sulle problematiche di carattere normativo, contributivo e disciplinare”. Si parla poi di completare la riforma dell’equo compenso, di potenziare la cassa integrazione e le politiche attive per gli autonomi e di riformare il sistema del saldo e acconto.