Fascicolo digitale del fabbricato: la Commissione parlamentare di vigilanza sull’Anagrafe tributaria non ha dubbi
Occorre «introdurre disposizioni per promuovere l’utilizzo e la diffusione» dello strumento, perché «consentirebbe di individuare situazioni a rischio relative a fabbricati e programmare interventi volti a prevenire rischi di eventi calamitosi».
E sarebbe opportuno integrarlo nell’Anagrafe immobiliare integrata, alla quale bisognerebbe dare «rapida attuazione». Lo sprint al progetto, molto caro ai Consigli nazionale dei professionisti dell’area tecnica, in primis a quello dei periti industriali, è arrivato oggi, nel corso della presentazione degli esiti dell’indagine conoscitiva su digitalizzazione e interoperabilità delle banche dati fiscali, alla Camera dei deputati, da parte del presidente dell’organismo, l’onorevole Ugo Parolo (Lega) e dei componenti della Bicamerale, il deputato Carlo Giacometto (Fi) ed i senatori Andrea de Bertoldi (FdI) ed Emiliano Fenu (M5s).
Il Parlamento, dunque, ha accolto le sollecitazioni che sono state messe nero su bianco dalla Rete delle professioni tecniche (Rpt) ed illustrate in un’audizione del giugno 2021 in Commissione Anagrafe tributaria: in sintesi, la posizione delle categorie è che si deve «disporre la obbligatorietà del fascicolo di fabbricato, che va reso in forma digitale». Nel dettaglio, la scorsa estate, vennero esposte posizioni nette ed articolate: il tema della digitalizzazione «è talmente importante per cui, in questo momento in cui l’incentivo fiscale del Superbonus 110% è il tema dei temi, è emersa a tutti l’impossibilità di accesso ai comuni, l’impossibilità di avere un documento che noi abbiamo chiesto da moltissimi anni, e mi riferisco al fascicolo del fabbricato. Se noi avessimo avuto il fascicolo del fabbricato, il 110% sarebbe partito subito, l’anno scorso», spiegarono i rappresentanti della Rete delle professioni tecniche.
«Abbiamo perso un anno per recuperare informazioni e documenti e, molto spesso, sull’immobile sono già passate tre generazioni, oppure sono già avvenute varie compravendite» e, sventuratamente, «se l’informazione non è custodita in un documento specifico che, abbiamo chiesto da moltissimi anni, ma non è ancora stato introdotto nel quadro normativo del nostro Paese, si crea una criticità evidente che è esplosa in modo così forte», proprio nella stagione del «boom» delle agevolazioni per le ristrutturazioni edili.
I problemi sul tappeto, per ciò che concerne gli immobili, però non sono finiti qui. «Noi abbiamo moltissime informazioni, ad esempio l’Attestato di prestazione energetica (Ape), oppure la classificazione sismica, che sono conferite in banche dati avulse l’una rispetto all’altra, che non trovano mai un momento di sinergia», mentre per la Rtp è tempo di «conferire in una banca dati unica tutti i dati inerenti alle unità immobiliari», nonché «perseguire l’interoperabilità delle banche dati catastali, così da poter gestire al meglio il patrimonio immobiliare» del Paese.