“Siamo alla conclusione di questo road show realizzato con l’obiettivo di far conoscere i vantaggi della condivisione di energia rinnovabile. Ma nello stesso tempo siamo all’inizio di un nuovo percorso concreto che grazie agli incontri fatti in questi mesi con le amministrazioni locali, al lavoro degli sponsor, agli altri produttori, e alla progettazione di professionisti esperti, quali i periti industriali, porteremo a compimento con il progetto “Illuminare la speranza” che prevede la realizzazione di un modello di comunità energetica in una zona particolarmente disagiata del Paese”.
Così Giovanni Esposito, Presidente del Consiglio nazionale dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati, ha aperto i lavori della sesta tappa – dopo Napoli, Venezia, Milano, Firenze, Palermo – del progetto “Le comunità energetiche, motore di innovazione e di sviluppo. Il ruolo dei professionisti”, che si è tenuto a Bari, in occasione di Smart Bulding Levante, presso la Fiera del Levante. L’evento è stato voluto dal Cnpi e realizzato in collaborazione con Ancitel Energia e Ambiente srl, con l’obiettivo di approfondire e diffondere insieme agli operatori del settore (Federesco, GSE), i professionisti e gli esperti a livello nazionale in tema di energia, il nuovo modello di sviluppo dato dalle comunità energetiche e le relative opportunità ambientali, sociali ed economiche.
“Questo percorso di accompagnamento a queste tematiche”, ha detto Esposito ci porterà fino a Roma, in quella che rappresenta la prima grande Convention delle Professioni Tecniche, la prima nel suo genere dove presenteremo il nostro ‘Libro Bianco’ sugli obiettivi ambiziosi che attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza il Governo si è posto per cambiare e innovare il Paese e su cui noi professionisti abbiamo una grande responsabilità. Dobbiamo uscire dal vecchio paradigma dell’ordine professionale lontano dalla realtà concreta per diventare sempre di più quei soggetti che trainano la transizione economica in questo dopo guerra tecnologico”.
E che le comunità energetiche potranno essere un volano per i professionisti lo ha sottolineato anche Maria Franca Spagnoletti, presidente dell’Ordine dei Periti industriali di Bari e della Provincia Barletta, Andria e Trani, che ha ricordato la necessità di dare vita a “comunità che devono convertirsi all’utilizzo di energia rinnovabili autoprodotte e condivise, con benefici sociali economici e ambientali e per la cui progettazione le competenze dei professionisti saranno fondamentali”.
Al tema delle competenze poi si è affiancato quella della formazione, vero file rouge che ha accompagnato la tappa, a partire da Sergio Camporeale, delegato del Rettore alla Didattica del politecnico di Bari che ha ribadito come “per attuare nuovi modelli di sviluppo è necessario formare i professionisti, e noi stiamo lavorando per questo. Si deve puntare ad incentivare il dialogo tra il mondo delle professioni e quello dell’università affinché i livelli teorici e tipici del mondo universitario possano essere tradotti in progetti pratici e calati nella realtà”.
Stefano Bronzini, rettore dell’università di Bari è invece partito dal presupposto che non si possa più pensare “all’energia come qualcosa di lontano da noi o che appartenga solo a pochi soggetti perché non è così. Dobbiamo fare contaminazione tra professionisti, mondo delle università, e delle imprese. Anche Giuseppe Cafaro, presidente Aeit per la regione Puglia, ha ribadito come la formazione sia una leva fondamentale: “abbiamo richiamato più volte la necessità di fare formazione integrata e andare a formare le figure professionali che servono per progetti di questo tipo”.
E sempre sul tema della formazione si è soffermato anche Francesco Burrelli, presidente Anaci (amministratori di condominio), ribadendo la necessità di “fare formazione e informazione. In tal senso noi siamo a disposizione per collaborare con gli enti pubblici e le professioni tecniche per divulgare al cittadino le opportunità e fargli vedere che non ci sono solo procedure legali e fiscali complicate ma anche grandi opportunità derivanti dall’investimento in comunità energetiche”.
Il dibattito si è poi incentrato sul tema della responsabilità e in particolare quelle dei Comuni che sulle comunità energetiche possono davvero fare la differenza.
“I Comuni e i sindaci stanno vivendo un momento molto particolare” ha dichiarato Ettore Caroppo, vicepresidente delegato Anci Puglia, “se ci soffermiamo per esempio sul territorio pugliese, è bene evidenziare come la Puglia sia una regione variegata e composta di tanti piccoli comuni. Le comunità energetiche possono essere certamente una risposta e i piccoli Comuni possono essere utili per un’efficace sperimentazione. In tal senso noi siamo a completa disposizione per diffondere le opportunità che possono derivare dalla costituzione e diffusione delle comunità energetiche”.
Sulla stessa scia anche Pasquale Capezzuto, presidente associazione Energy manager e presidente Unit che ha ribadito il ruolo degli enti locali, “fondamentale per creare comunità dei cittadini e nello stesso tempo molto delicato per le enormi difficoltà da affrontare, a partire dalle competenze tecniche che spesso non si trovano”. Il ruolo del Comune è importante – ha sottolineato ancora Giancarlo Salamone, funzione promozione e assistenza alla Pa di GSE – soprattutto se la Cer non esiste. I Comuni possono lavorare per favorire l’aggregazione tra i vari attori, mettendo a disposizione gli impianti di produzione e soprattutto proponendo l’iniziativa sul territorio. Insomma, un ruolo pro-attivo di grande rilevanza”.
L’utilizzo dei fondi del Pnrr, ha chiuso infine Claudio Ferrari presidente di Federesco, “potrebbe essere una occasione unica ed irrepetibile per favorire efficienza energetica, fonti rinnovabili, comunità energetiche. Speriamo che questa sia la volta buona”.