Ennesimo «nulla di fatto» oggi pomeriggio, nella Commissione Giustizia del Senato, sull’equo compenso per le prestazioni dei liberi professionisti: il mancato arrivo (atteso da settimane) dei pareri sulla copertura finanziaria dei circa 150 emendamenti presentati al disegno di legge ha impedito, anche in questa giornata, l’avvio dell’esame del provvedimento. E tutto ciò che hanno potuto fare i membri della II Commissione di palazzo Madama è stato sollecitare (ulteriormente) i colleghi della Commissione Bilancio a completare il lavoro sulle proposte correttive.
Nel frattempo, son tornati a farsi sentire gli Ordini, convinti che, con la fine della Legislatura, in un orizzonte non troppo vasto (nella prima metà del 2023), sarebbe opportuno licenziare il testo così come è giunto ai senatori nell’ottobre del 2021 dalla Camera. Professionitaliane, l’associazione che riunisce 23 Consigli nazionali (tra cui quello dei periti industriali) e circa 2 milioni di professionisti, in una lettera inviata oggi al presidente della Commissione Giustizia del Senato Andrea Ostellari, al relatore Emanuele Pellegrini e ai componenti dell’organismo di Palazzo Madama invoca l’approvazione definitiva dell’iniziativa sulla giusta remunerazione, senza apportare ulteriori modifiche.
Pur ritenendo legittima la possibilità di apportare ulteriori modifiche al testo di legge di iniziativa parlamentare, Armando Zambrano e Marina Calderone, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’associazione, sottolineano l’urgenza di dare ai professionisti italiani un testo, atteso ormai da troppo tempo, che sia «organico e completo» sulla materia, per porre fine alle prestazioni professionali gratuite e imporre il rispetto dei principi dell’equo compenso ai committenti cosiddetti «forti». «Prioritaria e indispensabile – recita la missiva – l’approvazione definitiva del provvedimento nella stesura attuale senza modifiche» per «non vanificare tutti gli sforzi fatti finora, che hanno richiesto un iter parlamentare lungo e complesso per arrivare oggi ad un testo di legge migliorato sotto numerosi aspetti: dall’aggiornamento dei parametri con cui individuare i compensi alla rideterminazione dei corrispettivi non corrisposti, dalla nullità delle clausole vessatorie all’impugnativa per le parti non conformi dei contratti d’opera. Ma anche la possibilità di avere chiarimenti sui tempi della prescrizione per responsabilità professionali con decorrenza dalla data della prestazione, prescrivere i compensi a partire dall’ultima prestazione eseguita, intraprendere un’azione di classe da parte degli Ordini, senza dimenticare la nascita di un Osservatorio nazionale sull’equo compenso». I professionisti, spiegano, «non possono permettersi di perdere questa irrinunciabile occasione», si chiude la lettera, rimandando «ulteriori miglioramenti del disegno di legge in sede di formulazione di altri provvedimenti legislativi da approvare entro la fine della Legislatura».