Domani il confronto fra i ministri degli Stati membri
L’idea è quella di attivare il «tetto» relativo ai costi energetici solamente in caso di emergenza, ma la proposta deve (ancora) passare al vaglio delle nazioni europee: i governi, infatti, dovranno trovare l’accordo, e potranno iniziare il dialogo sin dal confronto che si terrà domani, giovedì 24 novembre, tra i ministri dell’Energia.
Ma quali sono le linee del disegno legislativo della Commissione Ue sul cosiddetto «price cap»?
Innanzitutto, si apprende, il «tetto» proposto da Bruxelles può scattare solo se il prezzo del gas sul Ttf di Amsterdam supera i 275 euro per megawattora per due settimane, e quando lo spread, rispetto ai prezzi di riferimento del Gnl sui mercati globali, oltrepassa i 58 euro per dieci giorni di scambi. Il meccanismo messo a punto a livello comunitario, inoltre, può essere attivato dal 1° gennaio 2023 ma, per azionarlo, la Commissione dovrà richiedere un parere alla Bce (Banca centrale europea), all’Esma (l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati) e all’Esrb (Comitato europeo per il rischio sistemico) in merito agli impatti sulla sicurezza degli stock, sui flussi e sulla stabilità finanziaria.
Stando alla proposta di Bruxelles, poi, il «tetto» avrà validità di un anno, con una clausola di revisione al 1° novembre 2023 nell’eventualità vi sia la necessità di fissare un’eventuale proroga. Ed è limitato a un solo prodotto future (prodotti Ttf mensili), laddove gli Stati membri devono notificare entro due settimane dalla sua attivazione quali misure hanno adottato per ridurre i consumi di gas ed elettricità.
La commissaria Ue all’Energia Kadri Simson. annunciando la nuova proposta legislativa, ha spiegato di essere a conoscenza del fatto che l’Unione europea «paga prezzi molto elevati per il gas» e, nonostante i prezzi siano scesi, «restiamo esposti a delle dinamiche speculative» sui costi dell’energia, chiarendo che «il nostro non è un intervento regolativo per fissare il prezzo del gas ma un meccanismo di ultima istanza che scatta» a certe condizioni e, comunque, «quando il prezzo predefinito del gas supera i 275 euro per megawattora per due settimane». Quanto al nostro ministro della Transizione energetica Gilberto Pichetto, «bene che ci sia una proposta concreta. Importante sarà capire le modalità», ha aggiunto, ricordando che giovedì «vedremo», con riferimento all’imminente consiglio straordinario Ue dell’energia.
Nel nostro Paese l’emergenza approvvigionamento di materie prime è stata, nelle ultime ore, affrontata da Confartigianato che ieri, nel giorno della sua assemblea, cui ha preso parte il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a Roma, ha presentato un dossier dal titolo «Imprese nell’età del chilowatt-oro». Quest’anno, si legge nel testo, «il caro-energia costa alle piccole aziende 23,9 miliardi in più rispetto al 2021. I rincari pesano per 18 miliardi di maggiori costi per l’elettricità e con 5,9 miliardi per il gas» E, si chiude l’analisi della Confederazione, «il prossimo anno cittadini e imprenditori italiani pagheranno 42,2 miliardi di maggiori tasse rispetto alla media dell’Eurozona, pari a 711 euro pro capite».