Le specifiche
Entrerà in vigore da martedì 10 ottobre, la Direttiva (UE) 2023/1791 sull’efficienza energetica che modifica il Regolamento (UE) 2023/955, già pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea adottando il meccanismo della cosiddetta “rifusione”, attraverso il quale si procede all’adozione di un nuovo atto legislativo che codifica le disposizioni di uno o più atti precedenti, abrogandoli, ma vi integra al tempo stesso le modificazioni sostanziali che si intendono apportare alla disciplina oggetto di codificazione.
Le coordinate della direttiva
Il provvedimento stabilisce un quadro comune di misure aventi lo scopo di promuovere l’efficienza energetica nell’Unione Europea al fine di garantire il conseguimento degli obiettivi della stessa in materia di efficienza energetica, consentendo ulteriori miglioramenti in questo ambito.
Di fatto – segnala ENEA – si vuole dare ‘spinta’ al Regolamento (UE) 2021/1119, garantendo al contempo la sicurezza dell’approvvigionamento energetico dell’UE e riducendo ulteriormente la dipendenza dalle importazioni di energia, soprattutto sotto il profilo dell’utilizzo dei combustibili fossili.
Attraverso la direttiva viene ribadito come l’efficienza energetica sia una priorità per tutti i settori e occorra rimuovere gli ostacoli presenti sul mercato dell’energia agendo su quei fattori che frenano l’efficienza a livello di forniture, trasmissione, stoccaggio e uso dell’energia, fissando inoltre i contributi nazionali indicativi in materia di efficienza energetica da raggiungere entro il 2030.
Gli obiettivi nel dettaglio
Gli Stati membri sono tenuti a realizzare cumulativamente risparmi energetici nell’uso finale, per l’intero periodo d’obbligo fino al 2030, pari a nuovi risparmi annuali (target di risparmio energetico) di almeno lo 0,8 % del consumo di energia finale fino al 31 dicembre 2023, l’1,3 % dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2025, l’1,5 % dal 1° gennaio 2026 al 31 dicembre 2027, l’1,9 dal 1° gennaio 2028 al 31 dicembre 2030.
L’obbligo potrebbe essere soddisfatto tramite nuove misure politiche adottate durante il periodo 1°gennaio 2021 – 31 dicembre 2030, oppure grazie a nuove azioni individuali risultanti da misure politiche adottate prima o durante il periodo precedente, a condizione che le azioni individuali che attivano i risparmi energetici siano introdotte nel periodo successivo.
La direttiva comunque sottolinea che “gli Stati membri garantiscono collettivamente una riduzione del consumo energetico pari ad almeno l’11,7% nel 2030 rispetto alle proiezioni dello scenario di riferimento UE 2020, in modo che il consumo energetico finale dell’Unione non superi 763 Mtep. Gli Stati membri si impegnano a contribuire collettivamente all’obiettivo indicativo di consumo di energia primaria dell’Unione non superiore a 992,5 Mtep nel 2030”.
NB – Si tratta in ogni caso di requisiti minimi che non impediscono ai singoli Stati membri di mantenere o introdurre misure più rigorose: in questo caso (normativa nazionale più stringente) gli Stati membri sono tenuti a inviare una notifica alla Commissione.
Nuovi parametri obbligatori per i data center
La direttiva introduce anche specifici obblighi per i data center.
Infatti, entro il 15 maggio 2024 e poi ogni singolo anno, gli Stati UE devono imporre ai titolari/gestori di data center sul loro territorio con domanda di potenza installata di almeno 500 kW di rendere pubbliche delle informazioni, come ad esempio:
- il consumo di energia;
- l’utilizzo della potenza;
- i valori di impostazione della temperatura.
I dati saranno poi raccolti in un nuovo database europeo.