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Efficienza energetica e digitale nella «road map» del Pnrr nel primo semestre 2022

da | 2 Feb 2022 | Meccanica ed efficienza energetica, Notizie

Semplificazione e accelerazione delle procedure per gli interventi di efficienza energetica degli edifici, aggiudicazione degli appalti pubblici per progetti di rigenerazione urbana (con l’intento di ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale). E, ancora, portare a compimento tutte e cinque le gare per la Banda ultra larga nella Penisola che, complessivamente, «valgono 6,7 miliardi di euro». Archiviata la «partita» della (ri)elezione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il governo di Mario Draghi appare pronto a mettere il «turbo» alle iniziative del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr): già nel Consiglio dei ministri di questo pomeriggio, infatti, a palazzo Chigi, si affronteranno i traguardi fissati per il primo semestre del 2022. In tutto sono 47 (si tratta di 30 investimenti e di 17 riforme) da attuare entro il prossimo mese di giugno, in modo tale da consentire all’Italia di incassare la seconda rata del «Recovery fund», pari a 24,1 miliardi, prima della pausa estiva.

Il ministero della Transizione ecologica, si legge nel decreto che è stato stilato dal dicastero dell’Economia sull’assegnazione dei fondi, è all’opera su diversi fronti, che vanno dalla riforma che definirà il programma nazionale per la gestione dei rifiuti alle misure per garantire la piena capacità gestionale per i servizi idrici integrati e a quelle per promuovere la competitività dell’idrogeno, insieme allo scioglimento dei «nodi» riguardanti i passaggi per eseguire le procedure per gli interventi di efficienza energetica degli edifici, questione molto sentita dai professionisti dell’area tecnica, tra cui i periti industriali.

Quanto, invece, al dicastero della Cultura, si apprende che devono esser assegnati 3 miliardi, che andranno a sovvenzionare iniziative volte all’efficientamento energetico di cinema, teatri e musei, al rilancio dei borghi storici abbandonati, fino alla messa in sicurezza sismica e ricovero delle opere d’arte «sfollate» (quelle, cioè, che per circostanze legate ai terremoti, non possono più restare nell’originale collocazione); al ministero dello Sviluppo economico l’incarico, invece, di destinare un «pacchetto» di risorse, che partono dai 750 milioni con cui si dovranno sostenere progetti per sviluppare le filiere industriali strategiche (come alimentare, design, moda, automotive), poi un miliardo andrà alla crescita di fotovoltaico, eolico e delle batterie, 250 milioni alle «start-up» e venture capital attivi nella transizione ecologica ed altri 300 milioni alle «start-up» innovative, mentre 1,5 miliardi andranno ai grandi progetti di comune interesse europeo.

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Nel Consiglio dei ministri pomeridiano, intanto, il ministro del Lavoro Andrea Orlando (del Pd) sarebbe intenzionato a far approdare (ed approvare) nuove norme per la sicurezza sul lavoro, nonché la proposta di usare solo i contratti nazionali degli edili nei cantieri che accedano al Superbonus al 110%, tuttavia sull’incentivo sta montando la protesta di M5s e Lega contro la norma dell’ultimo decreto Sostegni («ter») che ne limita la cessione del credito (e che, presumibilmente, si tradurrà in numerosi emendamenti trasversali al testo, all’esame del Senato, finalizzati a tornare alla versione originale). In conclusione, si apprende che il governo sta calcolando se ci sono risorse disponibili per ulteriori tagli al «caro-bollette», senza ricorrere allo scostamento di bilancio mentre, nel fare i conti, la Ragioneria generale dello Stato ha stimato che vi sarebbero almeno 1,5 miliardi che potrebbero arrivare dalla «restituzione» già prevista dai cosiddetti «extraprofitti» delle rinnovabili.

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