Domani all’esame del Cdm; nella Pa al vaglio le regole sullo «smart working»
Il «green pass», il documento che dà il via libera all’accesso nei luoghi chiusi a chi è vaccinato contro il Covid-19, sta per esser reso obbligatorio ai lavoratori pubblici e privati. A stabilirlo sarà il Consiglio dei ministri convocato per domani; all’ordine del giorno c’è l’estensione del vincolo di essere in possesso del «lasciapassare» a partire dalla metà ottobre, da attuare attraverso un decreto, sul quale, si apprende, sono ancora in corso alcuni approfondimenti tecnici.
Gli esperti di Palazzo Chigi e dei ministeri interessati sono, infatti, all’opera per perfezionare le norme, che devono tenere conto di diverse specificità. Il solco, tuttavia, sembra esser stato, oramai, tracciato. E vi saranno anche delle sanzioni per chi entra al lavoro per più giorni consecutivi senza il «pass». Prima della riunione governativa, comunque, un incontro dell’Esecutivo con la conferenza delle Regioni dovrebbe essere convocato per domani, prima del Consiglio dei ministri.
Nel frattempo, il dicastero della Funzione pubblica si sta adoperando per disciplinare lo «smart working», strumento tanto utilizzato dagli occupati dipendenti, nonché dai liberi professionisti nei mesi più duri della pandemia da Coronavirus. Stando, infatti, a quanto si legge nella bozza che l’Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle Pubbliche amministrazioni) ha sottoposto ai sindacati, i lavoratori della Pa interessati a portare avanti i propri incarichi in modalità «agile» dovranno fare un accordo scritto che preveda la durata e le modalità di svolgimento della prestazione fuori dalla sede abituale «con indicazione delle giornate di lavoro da svolgere in sede e di quelle da svolgere a distanza»; al tempo stesso, nell’intesa bisognerà specificare anche le modalità di recesso, le fasce di operabilità, di contattabilità e di inoperabilità, i tempi di riposo e le modalità di esercizio del potere di controllo del datore di lavoro.
Inoltre, nelle giornate da «smart workers», recita il testo, non si possono fare straordinari, trasferte, né lavoro disagiato. Per sopravvenute esigenze di servizio il lavoratore può essere richiamato in sede, ma la comunicazione deve arrivare almeno il giorno prima della necessaria presenza nella struttura. Per accompagnare il percorso di introduzione e consolidamento del lavoro agile «saranno previste specifiche attività formative» che dovranno perseguire l’obiettivo di addestrare il personale all’utilizzo delle piattaforme di comunicazione e degli altri strumenti previsti per operare in modalità agile. L’amministrazione dovrà anche diffondere modelli organizzativi che rafforzino il lavoro in autonomia, l’«empowerment» (il termine con cui si inquadra la crescita professionale, ndr), la delega decisionale, la collaborazione e la condivisione delle informazioni.
Il prossimo incontro tra Aran e sindacati si terrà il 22 settembre prossimo.