Il nostro Paese esprime solidarietà all’Ucraina (e non intende «voltarsi dall’altra parte»), mentre proseguono le operazioni militari russe. E, mentre sembra «finita l’illusione che si possano dare per scontate le conquiste di pace, sicurezza, benessere», adesso «occorre procedere spediti nel cammino della Difesa comune europea, complementare alla Nato». Parola del presidente del Consiglio Mario Draghi, che si è espresso così, stamani, nell’Aula del Senato, per poi recarsi a riferire ai deputati, nell’Assemblea di Montecitorio; la Penisola, ha proseguito il capo del governo, «ha già contribuito in modo considerevole all’emergenza, con un finanziamento di 110 milioni di euro a favore di Kiev, come sostegno al bilancio generale dello Stato. Abbiamo stanziato un primo contributo del valore di un milione al Comitato Internazionale della Croce Rossa, donato oltre 4 tonnellate di materiale sanitario, e offerto 200 tende familiari e 1.000 brandine. Abbiamo in programma l’invio di beni per l’assistenza alla popolazione, l’invio di farmaci e dispositivi sanitari ed il dispiegamento di assetti sanitari da campo», ha aggiunto Draghi.
E, nel contempo, l’Esecutivo è all’opera per mitigare l’impatto di eventuali problemi alle nostre forniture energetiche dall’Est europeo, tuttavia, al momento, non vi sono segnali di una possibile interruzione del gas. L’Italia, viene ricordato in queste ore, importa circa il 95% del gas che consuma ed oltre il 40% di esso proviene dalla Russia. Tra le strade accennate da Draghi, vi è quella di un possibile raddoppio del gasdotto Tap: si tratta del Trans adriatic pipeline ed è il tratto europeo del Corridoio meridionale del Gas, che trasporta in Europa il gas naturale del giacimento di Shah Deniz II in Azerbaijan. Collegandosi con il Trans anatolian ipeline (Tanap) alla frontiera greco-turca, il Tap attraversa il nord della Grecia, l’Albania e il Mare Adriatico, prima di approdare nel sud dello Stivale, precisamente in Puglia, dove si connette alla rete di distribuzione italiana del gas.
Dal 31 dicembre 2020, giorno di avvio dei primi flussi di gas dall’Azerbaijan, al 31 dicembre 2021, il Tap ha trasportato complessivamente in Europa oltre 8,1 miliardi di metri cubi standard: di questi, oltre 6,8 hanno raggiunto l’Italia nel punto di ingresso di Melendugno in provincia di Lecce, mentre circa 1,2 hanno alimentato, attraverso il punto di interconnessione di Nea Mesimvria, il mercato interno greco e quello bulgaro. L’attuale capacità operativa è maggiore, pari a 10 miliardi di metri cubi l’anno, e con l’aggiunta di due stazioni di compressione e modifiche alle unità esistenti è già previsto il raddoppio a 20 miliardi di metri cubi l’anno, pari all’approvvigionamento di 14 milioni di utenze domestiche in Europa.
Secondo Draghi, però, quella sull’ampliamento della capacità del Tap è una delle opzioni, non la sola: per diversificare le fonti di energia «dobbiamo prima di tutto puntare su un aumento deciso della produzione di energie rinnovabili» e, tra l’altro, «investire sullo sviluppo del biometano».