Il Superbonus 110% per le ristrutturazioni edilizie, nel nostro Paese, sarà utilizzabile fino al 31 dicembre 2025. Ed i controlli sulla corretta messa in opera dell’agevolazione diventeranno sempre più stringenti, giacché è necessario che venga «preservata la fiducia collettiva nella spesa pubblica», dunque bisognerà «dimostrare che i soldi sono spesi bene». A parlare così il presidente del Consiglio Mario Draghi, al termine della cabina di regia che si è riunita oggi, a palazzo Chigi, per individuare una gamma di soluzioni in merito al cattivo uso dello strumento, dando così una stoccata alle (potenziali) frodi ai danni dell’Erario.
Quel che è sicuro è che, in base all’ultima bozza della manovra economica per il prossimo anno, che sta iniziando il suo esame parlamentare, è realtà la proroga per tre anni, fino al 2024, della cessione del credito e dello sconto in fattura per una serie di incentivi in edilizia, ossia sismabonus, ecobonus, bonus facciate e per le colonnine di ricarica. E che, appunto, sono stati confermati dal testo la cessione del credito e dello sconto in fattura anche per il Superbonus 110%, prorogati anch’essi fino alla fine del 2025.
In particolare, recita il testo, «la detrazione relativa al Superbonus spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2025, nella misura del 110% per quelle affrontate entro il 31 dicembre 2023, del 70% per quelle sostenute nell’anno 2024 e del 65% per quelle sostenute nell’anno 2025»; per contrastare, poi, le frodi sulle agevolazioni edilizie, il Legislatore punta con un decreto che è approdato oggi in Consiglio dei ministri ad estendere l’obbligo del visto di conformità anche nel caso in cui il Superbonus 110% (o le altre misure incentivanti) sia utilizzato dal beneficiario in detrazione nella propria dichiarazione dei redditi, laddove va stabilito che il vincolo non sussiste, se la dichiarazione è presentata direttamente dal contribuente. Al momento, invece, il visto è richiesto solo nel caso di cessione del credito, oppure per lo sconto in fattura.
Altro elemento di novità è, poi, l’altolà alla cessione del credito, o allo sconto in fattura per tutti i bonus, se emergono «profili di rischio» che vanno verificati: si prevede che l’Agenzia delle Entrate possa sospendere «fino a 30 giorni» gli effetti delle comunicazioni di cessione del credito in base a particolari profili di rischio che saranno individuati per ogni «diversa tipologia dei crediti ceduti». E, all’esito positivo delle verifiche, o trascorsi 30 giorni, la cessione del credito diventa efficace, viene stabilito.
Infine, lo stesso Draghi si è fatto promotore di alcune dettagliate correzioni, al fine di non sciupare le risorse, e di non dar vita ad anomalie: la richiesta è stata quella di fissare dei listini di riferimento, con dei prezzi «ad hoc» per evitare che le fatture lievitino in modo inconsueto, in virtù degli sconti fiscali disponibili.