La giornata nazionale del risparmio energetico, fissata per il 16 febbraio. Controllo Arera sugli utilizzi delle risorse per gli effetti dei rincari di benzina e gas. Ma, soprattutto, 8 miliardi di fondi pubblici, di cui 5,5 dedicati al caro bollette con la cancellazione degli oneri di sistema e il taglio dell’Iva. È il pacchetto di aiuti contenuti nel cosiddetto decreto Bollette, approvato nelle commissioni ambiente e attività produttive della Camera dopo la fase emendativa, che ha completato il testo pubblicato in Gazzetta ufficiale il 1° marzo (dl 17/2022). L’approvazione della commissione è arrivata pochi giorni dopo la pubblicazione del Def, nel quale sono state riviste le stime di crescita del Pil italiano.
Degli 8 miliardi, dunque, ben più della metà saranno utilizzati per contrastare la crescita dei prezzi dell’energia. È il titolo 1 del decreto a contenere le misure per questo obiettivo; come si legge nel dossier elaborato dalla Camera dei deputati, infatti, il titolo “reca una serie di misure volte a fronteggiare l’aumento dei prezzi delle materie prime energetiche, che hanno determinato un aumento dei costi delle bollette elettriche e del gas”. Il titolo I del dl si divide in due capi, il primo (Capo I – art. 1-8) dedicato alle misure urgenti per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas naturale e il secondo (Capo 8 II – art. 9-21) ad alcune misure strutturali in materia energetica, che “rispondono ad una logica più di medio-lungo periodo, volta a prevenire che altre crisi analoghe all’attuale possano avere gli stessi effetti su famiglie e sistema produttivo nazionale. In particolare, si mira ad incrementare la produzione nazionale di energia”, si legge ancora nel dossier. In particolare, l’articolo 1 rinnova – con riferimento al secondo trimestre 2022 – l’azzeramento delle aliquote relative agli oneri generali di sistema applicate alle utenze domestiche e alle utenze non domestiche in bassa tensione, per altri usi, con potenza disponibile fino a 16,5 kW (comma 1), nonché alle utenze con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW, anche connesse in media e alta/altissima tensione o per usi di illuminazione pubblica o di ricarica di veicoli elettrici in luoghi accessibili al pubblico. Tra le misure per migliorare a lungo termine la situazione energetica italiana sono previste una serie di liberalizzazioni nel settore dell’energia rinnovabile e procedure per aumentare la produzione di gas nazionale. Sul versante energie rinnovabili, una novità introdotta durante il passaggio in commissione permetterà al Gse di comprare energia dagli impianti rinnovabili con contratti di ritiro e vendita di lunga durata, pari ad almeno tre anni, e destinarla così a prezzi agevolati in priorità ai clienti industriali energivori. Previsto un canale preferenziale per le imprese in Sardegna e in Sicilia.
I restanti 2,5 miliardi di euro, infine, saranno destinati al supporto delle filiere produttive maggiormente colpite dall’aumento dei costi. Previsti investimenti nel settore automotive, in quello aerospaziale e nella ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie a livello generale. Aumenta anche la platea dei possibili fruitori del Fondo nuove competenze, il fondo per agevolare le spese di formazione dei dipendenti.
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