Tutti gli immobili europei dovranno raggiungere la classe energetica E entro il 2030, per poi raggiungere la classe D entro il 2033
L’Italia, per ‘bocca’ del capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei Deputati, Tommaso Foti, ha dichiarato una ferrea opposizione al varo della direttiva europea “EPBD” sulle case green
Case green: di cosa parliamo
Ma di cosa si tratta precisamente?
La direttiva introduce (o meglio: introdurrà) nuove regole sull’efficientamento energetico degli edifici abitativi e, se il cronoprogramma sarà rispettato, il prossimo 9 febbraio la commissione Industria, Ricerca ed Energia (Itre) dell’Europarlamento dovrebbe riunirsi per votare il testo definitivo.
L’entrata in vigore, teoricamente, dovrebbe avvenire entro 6 mesi con tutte le conseguenze del caso.
Come indicato nella bozza della direttiva, per la quale sono stati presentati più di 1.500 emendamenti, “gli edifici dovranno consumare poca energia, essere alimentati per quanto possibile da fonti rinnovabili, e non dovranno emettere in loco emissioni di carbonio da combustibili fossili”.
Classe E entro il 2030: cosa significa
La conseguenza della direttiva sono lavori di ristrutturazione edilizia che i proprietari delle abitazioni dovranno far eseguire – teoricamente a loro spese – per ‘adattare’ l’edificio ad un determinato standard energetico, in rispetto cioè a vincoli ambientali predefiniti.
Riassumendo: tutti gli immobili europei dovranno raggiungere la classe energetica E entro il 2030, per poi raggiungere la classe D entro il 2033 (tramite un taglio del circa 25% dei consumi).
NB – Una casa in classe energetica E ha un consumo energetico superiore a 120 Kwh/mq all’anno. In classe D, il consumo è superiore a 90 Kwh/mq all’anno.
Come ottenere i miglioramenti energetici?
Con, ad esempio, un nuovo cappotto termico, o con la sostituzione degli infissi, oppure tramite installazione di nuove caldaie a condensazione e di pannelli solari, ecc.
La Commissione europea vorrebbe arrivate a zero emissioni entro il 2050.
Fanno eccezione gli edifici storici, cioè quelli tutelati dalle norme sui beni culturali non dovranno sottoporsi ad interventi di ristrutturazione.
L’Italia dice no
“Fratelli d’Italia mette in guardia dal tentativo dell’Unione europea di rifilare all’Italia, con la direttiva sull’efficientamento energetico, una patrimoniale camuffata che va a ledere i diritti dei proprietari – ha detto Foti -. La proposta di subordinare la possibilità di vendita o fitto di un immobile appartenente ad una classe energetica alta è un’ipotesi irrealistica avverso cui abbiamo presentato un’apposita risoluzione in Parlamento”.
Per Foti, la direttiva UE avrebbe “un impatto devastante sul mercato immobiliare, sui cittadini e sulle famiglie. L’Europa non può scaricare sulle famiglie italiane i costi della transizione energetica. Se si esagera sulla sostenibilità ambientale, senza neppure preoccuparsi di una adeguata gradualità temporale entro cui intervenire, si mette a rischio la sostenibilità sociale”.
Quali sanzioni per chi non si adegua?
A quanto si apprende, ogni Governo europeo dovrà deciderle autonomamente le sanzioni in caso di inottemperanza alle indicazioni della direttiva.