Nel 2020 le denunce di infortunio sul lavoro nell’industria manifatturiera sono diminuite rispetto al 2019
Un calo che – stando ai dati diffusi da Inail – è una diretta conseguenza del crollo della produzione causato dall’emergenza Covid-19 nel bimestre marzo-aprile, dopo il quale il settore ha registrato un recupero tale da riuscire a fare da traino all’industria europea, confermando l’Italia al secondo posto, subito dopo la Germania. Ad analizzare nel dettaglio l’andamento di infortuni e malattie professionali nel manifatturiero è il nuovo numero del periodico Dati Inail, da cui emerge che i casi mortali nel 2020 sono stati 223, 22 in più rispetto al 2019.
Le tipologie di attività nelle quali si contano più decessi sono la fabbricazione di prodotti in metallo (21,5% di tutto il manifatturiero), l’industria alimentare (15,2%) e la fabbricazione dei macchinari (11,7%).Tra le categorie professionali ad essere più colpite al primo posto, anche per i casi mortali (11 nel 2020), ci sono gli attrezzisti di macchine utensili, con il 5,6% delle denunce del settore, seguiti dal personale non qualificato delle attività industriali e professioni assimilate (4,9%), dai carpentieri e montatori di carpenteria metallica (4,5%), dai meccanici e montatori di macchinari industriali (3,8%), dal personale non qualificato addetto all’imballaggio e al magazzino e i falegnami (3,1% per entrambe le categorie), e dai conduttori di macchinari per la fabbricazione di articoli in plastica e assimilati (2,9%).
Stando ai dati, oltre i tre quarti delle denunce sono concentrati nel Nord del Paese, il 14% al Centro e il resto nel Mezzogiorno. In valore assoluto è la Lombardia a registrare più infortuni, ben uno ogni quattro, davanti a Veneto ed Emilia Romagna, che insieme raccolgono il 35% dei casi.
Si evince poi che nel manifatturiero circa un terzo degli incidenti in occasione di lavoro avviene nella fascia tra le 9 e le 12, in linea con quanto rilevato per il complesso delle gestioni. L’effetto Covid sui dati del 2020 del manifatturiero è evidente anche prendendo in considerazione l’andamento delle denunce di malattia professionale, che rispetto all’anno precedente sono calate del 27,9%, in controtendenza rispetto agli incrementi registrati nel 2018 (+3,4%) e nel 2019 (+2,7%). La maggioranza delle 7.500 patologie denunciate nel 2020 riguardano i settori della fabbricazione di prodotti in metallo (16,7%) e dell’industria alimentare (14,7%), seguiti dalle fabbricazioni di macchinari e apparecchiature (8,2%) e di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (7,7%). Anche per le malattie professionali, la concentrazione è maggiore nelle regioni settentrionali a più alta vocazione industriale.