Bollette (un po’) meno «pesanti» per famiglie ed imprese: con il via libera, da parte del Senato, al decreto, arrivano pure una serie di novità sul fronte energetico che ben s’inseriscono nel percorso di transizione ecologica del Paese. E così sarà più facile, senza troppa burocrazia, l’installazione di un pannello solare sul tetto e l’Autorità del settore, l’Arera, potrà effettuare delle verifiche sui prezzi applicati dalle società petrolifere e del settore elettrico, magari liberando risorse per nuovi «sconti», mentre la «stretta» sulla temperatura di condizionatori e riscaldamenti degli edifici pubblici scatterà già dal 1° maggio.
Per il secondo trimestre del 2022 sono azzerati gli oneri di sistema sia per le utenze domestiche, che per le imprese ed è confermato il taglio dell’Iva sul gas. E alle imprese «energivore» e «gasivore», che hanno visto un incremento significativo dei costi, è destinato un contributo sotto forma di credito d’imposta: è del 20% per le aziende a forte consumo di energia elettrica e del 15% per quelle a forte consumo di gas naturale. Per ciò che concerne termosifoni e condizionatori, il «giro di vite» è arrivata con un emendamento approvato alla Camera il 13 aprile e riguarda la Pubblica amministrazione, o meglio tutti gli edifici pubblici: a partire da maggio, e fino al 31 marzo 2023, pertanto, stabilisce la nuova norma, i condizionatori non potranno portare i fabbricati a misurare una temperatura minore di 27 gradi centigradi, con un margine di tolleranza di 2 gradi, per cui il minimo fissato è di 25 gradi. In inverno, invece, la temperatura non potrà salire oltre i 19 gradi, ma anche in questo caso sono previsti 2 gradi di tolleranza.
Per quanto riguarda, inoltre, lo spinoso tema della cessione dei crediti legata ai bonus edilizi, un emendamento al decreto, sempre introdotto nel passaggio del testo a Montecitorio, ha elevato da tre a quattro il numero delle cessioni. E, nell’ordine del giorno approvato in Aula, il 13 aprile, la Camera ha, poi, impegnato il governo a valutare la proroga fino alla fine dell’anno del Superbonus 110% per le abitazioni unifamiliari, in scadenza il 30 giugno.
C’è, inoltre, da mettere in risalto lo scenario che si apre nella nostra Penisola sul versante delle fonti di energia rinnovabili: il decreto appena licenziato dal Parlamento, infatti, punta a favorire lo sviluppo delle materie prime «alternative», con la semplificazione della procedura per l’installazione di impianti solari fotovoltaici e termici sugli edifici: i lavori, in virtù di quanto deciso dal Legislatore, saranno considerati interventi di manutenzione ordinaria e non più subordinati a permessi, autorizzazioni, «o atti amministrativi di assenso».
Infine, uno studio condotto da Selectra lascia ben sperare su un migliore uso delle risorse: in Italia, si legge, 9 offerte di energia elettrica su 10 sono «green», in aumento, rispetto all’80% del 2021, mentre per il gas le proposte «sostenibili» salgono al 33%, laddove un anno fa erano al 13%.