Decreto alluvioni, Camera primo ok alla Camera (con misure «ad hoc» per professionisti).
Passi in avanti, a Montecitorio, per il provvedimento governativo destinato a dare sollievo (finanziario) alle persone e ai luoghi compiti dal maltempo, nel Centro-Nord della Penisola, nel mese di maggio: in Commissione Ambiente è stato, infatti, definitivamente approvato il provvedimento a sostegno delle popolazioni alluvionate dell’Emilia Romagna, avviato prontamente verso l’esame dell’Aula oggi stesso.
E, come sostenuto dal capogruppo di FdI nell’organismo parlamentare Aldo Mattia, «dopo più di 100 persone ascoltate, con sindaci del territorio colpiti da questa immane disgrazia, associazioni di categoria e Ordini professionali, abbiamo condiviso le indicazioni provenienti dal governo, dando un immediato sostegno economico, senza lesinare risorse, per la ricostruzione di un territorio ridotto allo stremo, cercando di accelerare al massimo gli arrivi degli aiuti e dei sostegni sul territorio».
Fra le correzioni varate dai deputati, fa sapere ancora la maggioranza di centrodestra, c’è quella che ridurrà «la burocrazia per la ricostruzione privata nel post-alluvione, con i Comuni che non dovranno più farsi carico della redazione della scheda di rilevazione dei danni e con i privati che si potranno così affidare ai professionisti abilitati: un percorso più lineare e semplice, con gli Enti locali, che dovranno solo garantire un controllo doveroso sulle istanze presentate, per evitare che non ci siano richieste non attinenti all’evento alluvionale».
L’Esecutivo, com’è noto, ha nominato il generale Francesco Paolo Figliuolo come Commissario straordinario per l’emergenza post-alluvione, stanziando per il 2023 1 miliardo e 28 milioni di euro, mentre per il 2024 e 2025 sono invece previsti rispettivamente 750 milioni e 841 milioni. Per ciò che concerne, inoltre, il tema degli effetti del cambiamento climatico, il rapporto annuale presentato oggi da Ispra e Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa) ha posto l’accento sul 2022, «l’anno più caldo e meno piovoso in Italia dal 1961 (anno dal quale si hanno dati scientifici completi). La temperatura media ha superato di 0,58°C, il precedente record assoluto del 2018 e di 1,0°C il valore del precedente anno 2021»; le precipitazioni, si legge, hanno segnato un -22% rispetto alla media del periodo 1991-2020.
Nel frattempo, stamani, nell’Aula del Senato è stata posta la fiducia sul decreto rigassificatori, licenziato di recente dai deputati: il provvedimento, è stato ricordato a palazzo Madama, contempla «misure sulla sanità in favore delle Regioni a statuto ordinario, le disposizioni di attuazione del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) per assicurare in particolare la parità dei sessi nelle gare pubbliche e favorire l’edilizia universitaria e le misure per il settore energetico».
Quanto questo provvedimento entrerà in vigore, l’autorizzazione per la costruzione o per l’esercizio, anche a seguito di ricollocazione, delle opere finalizzate all’incremento della capacità di rigassificazione nazionale, mediante unità galleggianti di stoccaggio e rigassificazione, verrà rilasciata dal Commissario straordinario di Governo competente a seguito di un procedimento unico, comprensivo delle valutazioni ambientali, della durata massima di 200 giorni dalla data di ricezione dell’istanza.