Nella nuova bozza del DL Aiuti, licenziato dal Governo nella serata del 5 maggio, è stata messa mano all’articolo 26 che va a toccare, ancora una volta, la parte relativa al caro-materiali negli appalti pubblici.
In totale, si tratta di circa 9.5 miliardi ‘freschi’, che si aggiungono ai 470 milioni già previsti, per fronteggiare gli aumenti dei prezzi dei materiali da costruzione, dei carburanti e dei prodotti energetici nel 2022 e assicurare la realizzazione delle opere pubbliche e dei progetti finanziati con le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e del Piano Nazionale Complementare.
- Più soldi per compensare
Il Governo vuole evitare che alcune gare vadano deserte a causa del caro-materiali sempre più incombente: queste risorse saranno utilizzate sia per le compensazioni, sia per le nuove gare, a cui possono accedere le stazioni appaltanti (comun, regioni) che non dispongono di risorse proprie sufficienti a compensare le imprese sulla base dei prezzari rivisti.
Nel complesso sono stanziati 3 miliardi di euro per l’anno in corso, 2,55 miliardi per il 2023 e 1,5 miliardi per ciascuno degli anni dal 2024 al 2026.
- Aggiornamento prezzari obbligatorio da subito
In base a quanto previsto dal decreto-legge, le Regioni devono aggiornare i prezzari delle lavorazioni entro il 31 luglio 2022 (in caso di inadempienza interverranno gli uffici territoriali del MIMS).
Nell’attesa, le stazioni appaltanti possono/devono applicare un incremento del 20% rispetto ai prezzari in vigore al 31 dicembre 2021.
Quindi: dall’entrata in vigore del decreto, i prezzi non potranno essere quelli ‘vecchi’.
- I SAL
Per tutti i contratti aggiudicati sulla base di offerte con termine finale di presentazione entro il 31 dicembre 2021, inoltre, lo stato di avanzamento dei lavori (SAL) relativo agli interventi eseguiti e contabilizzati nell’anno 2022 viene adottato applicando gli adeguamenti sopra definiti e i maggiori importi vengono riconosciuti dalla stazione appaltante nella misura del 90%.
I prezzari aggiornati dalle Regioni restano in vigore fino al 31 dicembre 2022 e potranno essere utilizzati fino al 31 marzo 2023 per i progetti a base di gara la cui approvazione sia avvenuta entro tale data.
Anche per l’esecuzione dei lavori previsti negli accordi quadro e già aggiudicati alla data di entrata in vigore del decreto, le stazioni appaltanti, nei limiti delle risorse complessivamente stanziate, possono utilizzare i prezzari aggiornati.
- Come si pagano le compensazioni?
Per pagare alle imprese le compensazioni per i lavori effettuati nel 2022 le stazioni appaltanti, in primo luogo, devono utilizzare le risorse proprie, ad esempio rimodulando le somme a disposizione indicate nel quadro economico degli interventi, oppure quelle disponibili relative ad altri interventi ultimati o derivanti da ribassi d’asta.
Se non basta, le S.A. possono accedere ai due fondi esistenti presso il MIMS che vengono rifinanziati:
- il primo, pari a complessivi 1,2 miliardi di euro (la precedente dotazione era pari a 200 milioni) per le opere previste dal PNRR, dal Piano Complementare (PNC) e per quelle commissariate;
- il secondo, pari a 1,32 miliardi (la precedente dotazione era pari a 270 milioni) per il resto dei lavori pubblici.
- Bandi PNRR
Infine, per quanto riguarda i bandi che saranno pubblicati nel corso del 2022 relativi alle opere finanziate dal PNRR e dal PNC e alle opere commissariate, ‘nasce’ un fondo specifico con una dotazione complessiva di 7,5 miliardi di euro (1,5 miliardi per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026).
Anche in questo caso, le stazioni appaltanti possono accedere al fondo qualora non dispongano di risorse proprie sufficienti.
Per saperne di più: Decreto Legge Aiuti del 5 maggio 2022