Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo: fondi per la Missione 1 del piano
Quasi dieci miliardi di euro per la digitalizzazione, l’innovazione e la sicurezza della Pa. Circa 24, invece, dedicati al sistema produttivo per gli stessi obiettivi, con un focus dedicato anche alla competitività. Sono i fondi stanziati dal Pnrr per la Missione 1 del piano, titolata “digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo”. Per questi ultimi due ambiti, il Piano stanzia poco meno di 7 miliardi di euro, per un totale complessivo di risorse dedicato alla missione che arriva a 40,32 miliardi di euro.
“Lo sforzo di digitalizzazione e innovazione è centrale in questa Missione”, si legge nel piano, “ma riguarda trasversalmente anche tutte le altre. La digitalizzazione è infatti una necessità trasversale, in quanto riguarda il continuo e necessario aggiornamento tecnologico nei processi produttivi; le infrastrutture nel loro complesso, da quelle energetiche a quelle dei trasporti, dove i sistemi di monitoraggio con sensori e piattaforme dati rappresentano un archetipo innovativo di gestione in qualità e sicurezza degli asset (Missioni 2 e 3); la scuola, nei programmi didattici, nelle competenze di docenti e studenti, nelle funzioni amministrative, della qualità degli edifici (Missione 4); la sanità, nelle infrastrutture ospedaliere, nei dispositivi medici, nelle competenze e nell’aggiornamento del personale, al fine di garantire il miglior livello di assistenza sanitaria a tutti i cittadini (Missioni 5 e 6)”.
Le componenti della missione
Nel Pnrr viene poi ricordato come l’Italia si posizioni oggi al 25esimo posto in Europa come livello di digitalizzazione (Desi 2020), “a causa di vari fattori che includono sia la limitata diffusione di competenze digitali, sia la bassa adozione di tecnologie avanzate, ad esempio le tecnologie cloud”.
L’obiettivo della missione 1 è proprio quello di ridurre questo divario.
La prima componente della missione è quella dedicata a digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella Pa, per la quali sono stanziati 9,75 miliardi di euro. I fondi saranno finalizzati a “digitalizzare la Pa con interventi tecnologici ad ampio spettro e accompagnati da riforme strutturali”. Tra questi:
- supportare la migrazione al cloud delle amministrazioni, creando un’infrastruttura nazionale e supportando le amministrazioni nel processo di trasformazione;
- garantire la piena interoperabilità tra i dati in possesso della Pa;
- digitalizzare le procedure/interfacce con l’utente e i processi più critici delle amministrazioni;
- offrire servizi digitali allo stato dell’arte per i cittadini (identità, domicilio digitale, pagamenti ecc);
- rafforzare il perimetro di sicurezza informatica del paese;
- rafforzare le competenze digitali di base dei cittadini e innovare l’impianto normativo per velocizzare gli appalti.
Il tutto dovrà essere fatto sostenendo gli interventi di riforma della giustizia perseguendo la digitalizzazione anche in questo comparto.
La seconda componente della missione è quella più corposa a livello di fondi, visto che prevede uno stanziamento di 23,89 miliardi di euro. Sono quattro gli obiettivi fissati per questa parte del Piano: favorire la transizione digitale e l’innovazione del sistema produttivo incentivando gli investimenti in tecnologie avanzate, ricerca e innovazione; realizzare investimenti per le connessioni ultraveloci in fibra ottica 5G; rafforzare la partecipazione allo sviluppo dell’economia dello spazio e i sistemi di osservazione della terra e promuovere lo sviluppo della competitività delle imprese italiane anche sui mercati internazionali, attraverso strumenti finanziari innovativi ma non solo. Per realizzare questi obiettivi sono previste cinque linee di investimento
- Investimento 1: transizione 4.0
- Investimento 2: investimenti ad alto contenuto tecnologico
- Investimento 3: reti ultraveloci (banda ultra-larga e 5G)
- Investimento 4: tecnologie satellitari ed economia spaziale
- Investimento 5: politiche industriali di filiera e internazionalizzazione
In aggiunta, previsti 300 milioni di euro per la riforma del sistema della proprietà industriale “con l’obiettivo di conferire valore all’innovazione e incentivare l’investimento nel futuro”. La riforma sarà elaborata dopo un processo di consultazione pubblica che avrà luogo nel 2021.