Ok unanime al decreto per garantire aiuti all’Ucraina, anche sul versante militare. Un provvedimento per cercare di calmierare l’impatto sui costi dell’energia, che punta a diversificare le fonti pensando anche a una riapertura, se necessario, delle centrali a carbone. Questi i principali argomenti trattati nel corso del Consiglio dei ministri, riunito nuovamente dopo pochi giorni per discutere gli aggiornamenti della crisi russo-ucraina ed individuare nuove contromosse per limitare gli impatti economici sul nostro paese.
Le mosse del governo italiano arrivano appena dopo il weekend in cui la presidente della commissione europea ha illustrato il pacchetto di sanzioni che saranno applicate alla Russia. Uno dei temi caldi era la possibile esclusione delle banche russe dallo Swift, confermata (anche se non per tutte) da Von Der Leyen: “niente più transazioni con la banca centrale russa e congelamento dei suoi asset all’estero da parte ed esclusione di importanti banche russe da Swift. Saranno colpiti gli asset degli oligarchi russi”. Inoltre “lo spazio aereo dell’Unione sarà chiuso a tutti gli aerei russi, compresi i jet privati degli oligarchi”. Per la prima volta in assoluto, infine, l’Unione europea finanzierà l’acquisto e la consegna di armi ed equipaggi per un paese sotto attacco. “L’Italia”, si legge sul sito del governo, “dà il suo pieno e convinto appoggio al pacchetto di misure contro la federazione Russa presentato oggi dalla Commissione europea. L’aggressione dell’Ucraina è un atto barbaro e una minaccia per tutta l’Europa. L’Unione europea deve reagire con la massima fermezza.”
Oltre alle sanzioni e ai possibili aiuti militari, il governo sta dunque iniziando a muoversi per scongiurare i possibili effetti economici della guerra in corso. Una prima stima delle ricadute del conflitto è stata effettuata da Assolombarda, che ha cercato di ipotizzare come la situazione possa incidere sull’economia. Riportando i numeri di Intesa San Paolo, un conflitto locale Russia-Ucraina rispetto allo scenario base può comportare per l’area euro perdite fino a -1,1 punti percentuali di Pil nel 2022 e -0,9 nel 2023, accompagnate da un aumento dell’inflazione nell’ordine del +1,8 punti percentuali in ciascun anno. Ponendo l’attenzione sul territorio lombardo, “questo scenario mette a rischio il quadro di recupero della Lombardia, ancora parziale nel 2021: -2,9% il Pil regionale a fine 2021 rispetto al 2019. Le previsioni3 formulate prima del conflitto stimavano un tasso di crescita del Pil lombardo del +4,0% nel 2022 (performance che verosimilmente sarà rivista al ribasso)”.
Le misure di aiuto vanno a integrare quelle previste dal decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 25 febbraio. Il dl prevede l’attivazione di una serie misure relative al rafforzamento della postura militare. “In particolare, al fine sia di rassicurare gli alleati più esposti sul fianco est dell’Alleanza, che di svolgere un’azione di deterrenza nei confronti della Russia”, si legge ancora sul sito del Cdm “il Consiglio atlantico ha ribadito il potenziamento del dispositivo di forze dispiegato dalle nazioni nel contesto delle operazioni Nato già attive, e la disponibilità di un contingente di forze in elevata prontezza che gli alleati mettono a disposizione per affrontare le situazioni di crisi, quale quella attuale”.