Corte Ue: la tutela dell’ambiente può limitare la proprietà privata anche senza risarcimenti

da | 28 Gen 2022 | Costruzione, ambiente e territorio

La tutela dell’ambiente può giustificare una restrizione all’esercizio del diritto di proprietà che non porti necessariamente al diritto ad un indennizzo.

In caso di espropriazione, l’indennizzo è garantito, ma se invece è limitata la possibilità di compiere un’azione su un proprio territorio, come una coltivazione di mirtilli, se sussistono motivi ambientali non ci sarà nessun rimborso.

A stabilirlo la Corte di giustizia europea nella sentenza relativa alla causa C-234/20 e C-238/20.

La vicenda riguarda la società lettone Sātiņi-S che aveva acquistato 7,7 ettari di torbiere, situati in una zona naturale protetta e in una zona di conservazione d’importanza comunitaria Natura 2000 in Lettonia. La società aveva intenzione di impiantare una coltivazione di mirtilli, possibilità che gli è stata vietata dal tribunale competente. La questione è arrivata fino alla Corte di giustizia che ha appunto confermato il divieto di coltivazione senza la necessità di poter godere di un risarcimento da parte della società. Secondo la Corte “l’articolo 17 della Carta conferisce espressamente un diritto ad indennità solo in caso di privazione del diritto di proprietà, come un’espropriazione, ipotesi che manifestamente non si verifica nel caso di specie”. Per la vicenda lettone, “il divieto d’impiantare una coltivazione di mirtilli rossi in un bene rientrante nella rete Natura 2000 costituisce non una privazione del diritto di proprietà su tale bene, bensì una limitazione del suo uso, il quale può essere regolamentato dalla legge nei limiti imposti dall’interesse generale, conformemente a quanto previsto dall’articolo 17, paragrafo 1, terza frase, della Carta”. Perciò “non risulta che una misura che si limita a vietare la coltivazione di mirtilli rossi nelle torbiere affinché siano tutelati la natura e l’ambiente costituisca, in assenza di un indennizzo a favore dei proprietari interessati, un intervento sproporzionato e inaccettabile che lede la sostanza stessa del diritto di proprietà di questi ultimi”.

Pubblicità
Notifier Centrali AM

Nello stesso comunicato di commento alla sentenza rientra anche un’altra causa riguardante la Sātiņi-S, che questa volta chiedeva un risarcimento per i danni provocati all’acquacoltura da uccelli e altri animali tutelati, sempre nella rete Natura 2000. Anche in questo caso, la richiesta di indennizzo è stata respinta. Per la Corte, infatti, “un indennizzo concesso da uno Stato membro per le perdite subite da un operatore economico in ragione delle misure di protezione applicabili in una zona della rete Natura 2000 in forza della direttiva «uccelli» conferisce un vantaggio che può costituire un «aiuto di Stato» ai sensi di tale disposizione, qualora siano soddisfatte le altre condizioni relative a una siffatta qualificazione”.

 

Immagine: Google

Bonus edilizi: le scadenze di fine anno

Bonus edilizi: le scadenze di fine anno

Bonus edilizi: cosa c'è da sapere per non perdere le agevolazioni Il DDL Legge di Bilancio, nella versione approdata al Parlamento che dovrà ‘definire’ la Finanziaria entro il 31 dicembre 2023 per l’entrata in vigore dal 1° gennaio 2024, non ha toccato nessun bonus...

Superbonus e dintorni: le novità del DDL Bilancio 2024

Superbonus e dintorni: le novità del DDL Bilancio 2024

Superbonus 2024: novità e criticità Il DDL “Legge di Bilancio 2024” è approdato in Senato dove inizierà la sua lunga analisi per arrivare alla legge definitiva che entrerà in vigore, come tutte le Manovre finanziarie, solo dal 1° gennaio del prossimo anno. Superbonus...

Pubblicità

Al via gli incentivi per l’idrogeno

Attiva la piattaforma, domande fino al 12 gennaio Incentivi per la produzione di idrogeno rinnovabile pronti a partire. Secondo quanto comunicato dal Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, infatti, è stata attivata da Invitalia la piattaforma per...

Lavoro, circa 53 mila professionisti hanno abbandonato la professione

Nel 2022 poco più di 53 mila liberi professionisti si sono cancellati dai rispettivi albi. Dopo oltre 10 anni di crescita continua, interrotta solo dalla pandemia, si ferma la corsa dei liberi professionisti in Italia, che nel 2022 si attestano a 1.349.000 unità,...

Iscriviti alla newsletter

Inserisci il tuo indirizzo email per ricevere aggiornamenti da Opificiumagazine.it

Grazie! Ti sei iscritto alla newsletter.

Pin It on Pinterest