Continua senza sosta la crescita delle imprese innovative
Nel 2021, il numero di aziende iscritte nella sezione dedicata del registro delle imprese è cresciuto del 16,8% rispetto al 2020, con circa 14.000 start-up innovative, a cui si aggiungono 2.066 Pmi del “settore” (+ 15,5% rispetto all’anno prima). Viene quindi confermato il buon risultato del 2020, quando il numero di iscritti era del 10% in confronto al 2019 per quanto riguarda le start-up e addirittura del 31,4% per le Pmi. Molto forte, inoltre, il contributo dato da queste realtà all’occupazione, con una crescita del 40,5%. Quasi un terzo di queste attività si trova in Lombardia. I numeri sono diffusi dal Mise, che ha inviato al Parlamento la sesta edizione della relazione annuale sullo stato di attuazione e l’impatto delle misure a sostegno di startup e imprese innovative.
“I dati che emergono dalla relazione”, si legge sul sito del Mise, “sono una fotografia completa dei principali risultati raggiunti nel 2020 e nel 2021 dalle imprese innovative che hanno registrato una costante performance positiva, dimostrando anche una importante capacità di adattamento e trasformazione in una realtà economica e sociale in continua evoluzione a causa della crisi pandemica”. E questa performance, oltre che in termini di apertura di nuove attività, si manifesta anche nel miglioramento dei risultati economici; nel 2021 si registra, infatti, un valore aggregato della produzione in crescita pari a circa 1,7 miliardi di euro. “È inoltre presente un certo numero, seppure ancora limitato, di startup innovative che si trovano nella fase di scale-up: oltre l’8,6% delle imprese ha superato, nel 2020, i 500mila euro di fatturato e tra queste, 375 (il 3,7% del totale) si attestava al di sopra del milione di euro. Le startup con oltre mezzo milione di euro di fatturato occupano il 39,7% degli addetti complessivi”, si legge ancora sul sito del Ministero.
Dal punto di vista territoriale, come accennato, è la Lombardia a farla da padrone: il 26,8% (3.751) delle start-up e il 29,1% (602) delle Pmi si trova infatti in territorio lombardo. Con riferimento ai settori di attività economica “si rileva che il 37,9% delle startup innovative – pari a 5.308 – e il 31,2% del totale delle Pmi innovative (644) operano nella produzione di software, consulenza informatica e attività connesse, di cui i tre quarti si occupano principalmente di realizzare programmi e applicativi informativi. Inoltre, una quota rilevante di startup innovative (2.005 14,3%) e di Pmi innovative (260, 12,6%), si occupa di ricerca scientifica e sviluppo”. Relativamente alla natura giuridica delle startup innovative, che oltre nove imprese su dieci sono società a responsabilità limitata. Rispetto al 2019, inoltre, esse sono cresciute del 12,8%, superando la soglia delle diecimila. Seguono le società a responsabilità limitata semplificata, con una quota del 6,8%, e le società per azioni (0,8%).
Una parte del report, infine, è dedicata agli incubatori scientifici, intesti come “società di capitali che offre servizi per sostenere la nascita e lo sviluppo di start-up innovative”. Nel 2020 gli incubatori certificati sono risultati pari a 39, registrando un incremento di un’unità rispetto all’anno precedente. Il 38,5% degli incubatori certificati si trova nell’Italia Nordoccidentale, di questi più della metà risiede in Lombardia. Tutti gli incubatori certificati operano nel campo dei servizi. In particolar modo, “si rileva che circa i tre quarti (74,4%) operano nell’ambito delle attività professionali, scientifiche e tecniche dove le attività di direzione aziendale e di consulenza gestionale assumono un ruolo di primaria importanza: 23 dei 39 incubatori totali, infatti, vengono classificati all’interno di questa divisione Ateco”.