Cambiano le regole per l’attribuzione degli incarichi dei Consulenti tecnici d’ufficio nei tribunali per le imprese. E parallelamente cambiano anche le norme che regolano la professione. A prevederlo il disegno di legge “Delega per l’efficienza del processo civile e per la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie e misure urgenti di razionalizzazione dei procedimenti in materia di diritti delle persone e delle famiglie nonché in materia di esecuzione forzata”.
Il provvedimento, ora approvato al Senato, contiene diverse novità sulla materia e in particolare un principio secondo il quale si potrà scegliere, in tempi rapidi, il Consulente più adatto per arrivare ad una risoluzione spedita delle controversie. Lo snellimento di queste procedure si inserisce del resto tra gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Uno dei presupposti per realizzare investimenti con le risorse messe a disposizione dall’Unione Europea è che tali risorse siano utilizzate in modo efficiente e che si traducano in opere e iniziative in grado di favorire lo sviluppo. Perché ciò sia possibile è essenziale ridurre il contenzioso e, in caso di controversie, far sì che la risoluzione sia spedita.
Le novità in pista prevedono innanzitutto che le funzioni di consulente presso le sezioni specializzate dei tribunali con competenza distrettuale possono essere affidate ai consulenti iscritti negli albi dei tribunali del distretto, superando in questo modo l’attuale normativa che dispone che ciascun giudice debba affidare normalmente le funzioni di consulente tecnico d’ufficio ai soli iscritti nell’albo istituito presso il Tribunale in cui i medesimi hanno la propria sede. Grazie al nuovo testo del processo civile, invece, per l’affidamento degli incarichi si potrà attingere agli iscritti dei tribunali dell’intero distretto, con una selezione che diventa quindi su base regionale.
Il ddl delega stabilisce inoltre la revisione del percorso di iscrizione per favorire l’accesso anche ai più giovani, la distinzione di varie figure professionali caratterizzate da percorsi formativi differenti anche tramite l’unificazione o l’aggiornamento degli elenchi, favorendo la formazione di associazioni nazionali di riferimento e la creazione di un albo nazionale unico, al quale magistrati e avvocati potranno accedere per ricercare le figure professionali più adeguate al singolo caso.
Viene prevista inoltre la formazione continua dei consulenti tecnici e periti, e la possibilità di richiesta di sospensione volontaria per tutelare la salute o per mettere i consulenti al riparo da situazioni contingenti che possono verificarsi nel corso dell’anno lavorativo. I decreti per la revisione della professione dovranno essere adottati entro un anno dall’entrata in vigore della legge delega.