Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) agisca da volano per la crescita economica della Penisola, sciogliendo anche i «nodi» della legislazione sugli appalti pubblici. È la sollecitazione arrivata questa mattina dal nuovo presidente del Consiglio di Stato Franco Frattini che, nella cerimonia del suo insediamento a Palazzo Spada, ha posto l’accento sulle potenzialità dell’Italia che «sta uscendo, gradualmente, dall’emergenza», visto che «si è fatta forte e diffusa la spinta a cogliere le opportunità nelle difficoltà, a fare della crisi pandemica non una condizione di debolezza e declino, bensì un motore di cambiamento e di innovazione»; quello che stiamo attraversando, ha proseguito, è un momento di «passaggio da misure di emergenza a misure di rilancio, sotto il segno di una nuova qualità che investe l’economia e il sociale», che ha il suo «baricentro» nel Pnrr, le cui missioni rappresentano «l’occasione per un forte rinnovamento del Paese: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, infrastrutture, istruzione e inclusione sociale», in uno scenario mutato dal Covid-19 nel quale, ha aggiunto, «i vincoli, le scadenze, il rispetto delle priorità impongono di amministrare per risultati, con nuove capacità di azione dei poteri pubblici e dei loro funzionari».
Quel che per il vertice del Consiglio di Stato bisognerà fare è «uno sforzo mirato di semplificazione e codificazione che va guidato dal centro: occorre iniziare immediatamente, ad esempio in tema di appalti», arrivando a responsabilizzare le stazioni appaltanti che, nel frattempo, «andranno ridotte e riqualificate», ha precisato.
Resta, intanto, di grande attualità la questione del «caro-energia», su cui nelle ultime ore si è espresso il presidente dell’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, Giuseppe Busia, chiedendo a governo e Parlamento un «urgente intervento normativo sulla revisione dei prezzi negli appalti, per far fronte agli esorbitanti incrementi delle materie prime nei contratti in corso di esecuzione riguardanti servizi e forniture». Il vertice dell’Authority, poi, ha fatto sapere che l’organismo «sta aggiornando il bando tipo digitale per tutte le stazioni appaltanti, prevedendo l’obbligo di inserimento nei bandi di gara delle clausole di revisione dei prezzi», al fine di recepire quanto previsto dal recente decreto Sostegni (4/2022).
L’Anac, nel dettaglio, ha invocato che la compensazione dei prezzi avvenga non soltanto per i lavori pubblici, ma anche per servizi e forniture, con l’obiettivo, è stato sottolineato, di «stabilire meccanismi che consentano di riguadagnare un equilibrio contrattuale, adeguando un aumento dei valori negli appalti per tenere conto dei costi reali. Se non lo si fa: o le gare vanno deserte – ha avvertito Busia – o partecipa solo chi poi chiederà varianti con aumento dei prezzi, oppure la prestazione non viene adempiuta». E, così, ha concluso, «rischiamo di vanificare lo sforzo del Pnrr, perché le gare di appalto andranno deserte, o favoriranno i «furbetti» che punteranno, subito dopo l’aggiudicazione», a varianti per il rincaro dei costi.