Inviato alla Commissione Ue lo schema di decreto. Pichetto: obiettivo 15 mila comunità energetiche
Comunità energetiche in rampa di lancio. Il ministero dell’ambiente ha infatti inviato alla Commissione europea il testo del decreto che porterà alla costituzione di queste nuove realtà (finanziate dal Pnrr con oltre 2 miliardi di euro). Secondo quanto dichiarato dal ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin in risposta a un question time in Parlamento, l’obiettivo è quello di arrivare alla costituzione di 15 mila comunità energetiche.
L’annuncio. “Abbiamo definito la proposta di attuazione delle comunità energetiche”, le parole del ministro, “che riguardano la possibilità per imprese, famiglie, enti del terzo settore ma anche realtà come le parrocchie di produrre energia elettrica e consumarla. Ci aspettiamo oltre 15 mila nuove comunità energetiche, che porteranno un contributo significativo alle rinnovabili, oltre che un aiuto finanziario diretto visto che ci saranno risparmi sulle bollette. Si tratta”, ha concluso Fratin, “di un tassello di un percorso che dovrà capovolgere la situazione energetica in Italia. Oggi due terzi della nostra energia proviene da fonte fossile e un terzo dalle rinnovabili, vogliamo invertire questi numeri entro il 2030”.
Le misure previste nel decreto. Sono due, in sostanza, gli aiuti previsti nel provvedimento inviato agli organi europei: incentivi in tariffa e contributi a fondo perduto.
Chi si assocerà in configurazioni di “Autoconsumo” potrà perciò godere di “tariffe incentivanti” per la durata di 20 anni. Sarà Arera a stabilire le modalità con le quali individuare le risorse necessarie per l’erogazione delle tariffe incentivanti. Ci sarà, perciò, un risparmio sui costi dell’energia per chi costituisce una comunità. La potenza massima agevolabile è di 5Gw entro il 31 dicembre 2027. Per accedere all’incentivo si dovrà individuare l’area dove realizzare l’impianto, quindi creare la comunità energetica e iniziare le verifiche con il Gse (Gestore servizi energetici).
I contributi a fondo perduto valgono 2,2 miliardi e sono finanziati con fondi del Pnrr. Saranno richiedibili solo dalle comunità presenti nei comuni sotto i 5 mila abitanti e potranno arrivare fino al 40% dell’investimento. Potranno essere finanziate sia la realizzazione di nuovi impianti sia la rivalutazione di impianti esistenti. Il contributo potrà essere cumulato anche con l’incentivo in tariffa.
Le comunità energetiche. Nel documento del ministero dell’ambiente le comunità energetiche vengono definite come “gruppi di persone che scelgono di unirsi per autoprodurre energia elettrica da fonti rinnovabili”. Nascono “per fornire benefici ambientali, economici e sociali ai membri della comunità”. Inoltre “servono a raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 e rafforzare il percorso di sicurezza energetica dell’Italia valorizzando il territorio”. Possono costituire una comunità energetica i singoli cittadini, gli enti locali, le associazioni, i condomini, gli enti del terzo settore, le cooperative, gli enti religiosi e le piccole e medie imprese. Uno strumento “che il governo mette a disposizione dell’Italia per incrementare le rinnovabili, ridurre le emissioni e i costi delle bollette a milioni di cittadini”, citando ancora il ministro Pichetto, che stima un potenziale dimezzamento dei costi delle bollette per milioni di cittadini.