Agli italiani piace (sempre più) la casa meno «energivora». E le compravendite le dimostrano
L’efficientamento energetico degli edifici non è soltanto una «moda», ma cresce, nel nostro Paese, una sempre più elevata consapevolezza del valore che può rivestire abitare in spazi che non «divorano» energie superflue: si impenna, infatti, dati alla mano, il numero di immobili compravenduti nelle classi energetiche più «performanti» nel 2021.
E si registra un 30% di acquisti di nuove costruzioni in classe A1, a fronte di una stabilità della qualità energetica degli edifici e abitazioni, che si mantengono però ancora ben distanti dagli obiettivi fissati dall’Unione europea per il 2030. È quanto emerge dall’analisi delle dinamiche del mercato immobiliare in funzione delle caratteristiche energetiche degli edifici, frutto della collaborazione tra l’Enea, l’Istituto per la Competitività (I-Com) e la Federazione italiana degli agenti immobiliari professionisti (Fiaip).
L’indagine evidenzia come la percentuale di immobili appartenenti alla classe energetica G nel 2021 risulti ancora prevalente; accanto a questo dato si è registrato un netto aumento delle compravendite (+34%), accompagnato da un buon incremento delle ristrutturazioni e per gli agenti immobiliari Fiaip sono palesi i primi impatti sul mercato della misura del Superbonus 110%, nonché un consolidamento di tutti gli incentivi fiscali «green», che dovrebbero soppiantare gradualmente le costruzioni «energivore».
A fronte, poi, si apprende, della prevalenza di transazioni di edifici collocati nelle classi energetiche più basse, si sottolinea come nelle zone di estrema periferia gli immobili compravenduti appartengano per quasi l’80% alle classi meno «performanti» (E, F e G), mentre nelle zone di pregio la percentuale di immobili nelle prime classi (A e B) è al 36%.
I nostri connazionali, comunque, sono dotati delle giuste informazioni: il 60% degli acquirenti di immobili, infatti, ha una consapevolezza sufficiente, e solamente il 22% conosce poco, o nulla sull’argomento. Stando agli esiti dell’indagine, inoltre, tra le caratteristiche connesse alla qualità energetica dell’immobile, gli acquirenti sono più sensibili alla presenza di impianti di climatizzazione ad alta efficienza (23,3%), a un buon isolamento termico delle strutture (21%) e degli infissi (20,9%) e a impianti di generazione a fonti rinnovabili (17,6%); dal testo, poi, emerge che ancora oggi il settore finanziario, nella percezione degli agenti immobiliari professionali, non riflette adeguatamente il valore aggiunto associato all’efficienza energetica degli immobili.
Gli stessi istituti finanziari, viene messo in risalto da Enea, I-Com e Fiaip nel loro dossier, mostrano un atteggiamento precauzionale rispetto ai rischi di frode, o insolvenza e spesso sono condizionati dalla mancanza di competenze adeguate nella valutazione di progetti di efficienza energetica che spingono a escludere i risparmi energetici tra gli elementi di garanzia del prestito.