Compravendita di case in discesa, nella Penisola: -6% nel 2022 (ma salgono le abitazioni di lusso)
Valori negativi, nel 2022, per lo scambio di abitazioni, nella nostra Penisola: stando, infatti, ai Dati statistici resi noti questa mattina da Consiglio nazionale del Notariato, si assiste ad un calo delle compravendite di immobili abitativi rispetto al 2021, concretizzatosi soprattutto nel II semestre dell’annualità passata. In particolare, specificano i professionisti, al 31 dicembre scorso «sono state rilevate 589.486 compravendite, rispetto alle 628.137 registrate nel 2021», con una discesa pronunciata soprattutto nel II semestre, in cui si passa da 303.375 scambi nel I semestre a 286.111 del II semestre con un decremento del 5,69%.
Restano al Nord i maggiori volumi di scambio, sia per i beni mobili, che per i beni immobili, e la regione «principe» è la Lombardia con il 19,31% degli immobili scambiati sull’intero territorio nazionale, anche se con una diminuzione del 3,74% tra I e II semestre 2022; seguono, si legge nel rapporto, il Piemonte con il 9,12% e il Veneto con un 9,09%. Colpisce, poi, come la fascia d’età in cui viene effettuato un maggior acquisto di fabbricati si conferma quella tra 18-35 anni, con una percentuale nell’intero 2022 pari al 28,57% delle contrattazioni; il 53,12% degli immobili è stato acquistato con l’agevolazione prima casa (dato in linea con il 2021 in cui il 56,05% dei compratori aveva goduto del medesimo incentivo).
Altro aspetto che merita di esser evidenziato, recita l’approfondimento, è quello della vitalità che continua a manifestare il segmento delle case di lusso, quelle, ossia, con un valore superiore al milione di euro: nel 2022 sono state effettuate 5.049 compravendite (nel caso di prime e seconde case, comperate da privati e da imprese) rispetto alle 4.630 dell’anno precedente (con un aumento del 9%).
Il 2022, indicano i notai, «vede, soprattutto nell’ultima parte dell’anno, un rallentamento dei mutui, destinato sicuramente a protrarsi anche per tutto il 2023. Nonostante, infatti, i numeri dell’anno si siano dimostrati ancora superiori a quelli registrati pre-pandemia (con più di 435.000 mutui registrati nel 2022, a fronte di circa 396.000 nel 2019) si è assistita ad una prima battuta d’arresto rispetto al 2021, anno in cui ne erano stati registrati oltre 448.000», si mette in risalto nei Dati statistici. La spiegazione fornita dalla categoria dell’area giudica ed economica è la seguente: la discesa del 2022 sul 2021, «di circa il 3%, trova la propria genesi nei mesi di novembre e dicembre (mesi nei quali notoriamente è sempre stato più alto il ricorso al credito, quindi caratterizzati dal compimento del maggior numero di operazioni, che invece nel 2022 hanno registrato importi erogati perfino inferiori a mesi quali marzo, aprile e maggio dello stesso anno). Il dato va inevitabilmente messo in correlazione con la politica della Banca centrale europea (Bce) sul rialzo dei tassi di interesse», è la conclusione dei notai.