L’idea di rivedere il sistema catastale (e la tassazione sugli edifici) è di piena attualità, soprattutto perché, all’indomani del Consiglio dei ministri che ha approvato la delega fiscale, nonché dopo le elezioni amministrative, nel governo e nella maggioranza si levano voci nette. E, in alcuni casi, discordanti.
In prima mattinata è stato il ministro dell’Economia Daniele Franco a dire sua, durante un’audizione parlamentare: la riforma «è un esercizio di mappatura che sarà reso disponibile nel 2026», ma «non ha alcun effetto immediato. Nel 2026 – ha spiegato nelle commissioni congiunte Bilancio di Camera e Senato – verrà usato da chi vorrà utilizzarlo. Per ora è un esercizio per capire lo stato del nostro sistema immobiliare». Parole più chiare le ha usate, poco più tardi, la sottosegretaria dello stesso dicastero, , innanzitutto precisando come, se venisse realizzato il restyling, «la maggioranza degli italiani pagherebbe meno», visto che «l’idea non è quella di aumentare» la tassa, bensì di «distribuire il peso dell’imposta, che è rilevante, in modo equo». In particolare, per l’esponente governativa «non ha senso che una persona che ha un immobile che ha perso di valore, per mille ragioni, tra cui lo spopolamento delle aree interne, si trovi a pagar di più di una persona che è avvantaggiata», perché vive in un centro urbano «qualificato», dotato di servizi adeguati.
Il bivio, per Guerra, è chiaro: o «eliminiamo l’imposta sul patrimonio, e poi vediamo che altre imposte mettere, ma se la teniamo, sulle seconde e terze case, almeno la facciamo in modo sensato», giacché il prelievo fiscale deve essere «equo» ossia «come dice la nostra Costituzione» rispondente «alla capacità contributiva del contribuente». Intervistata nel corso della trasmissione Radio Anch’io (su Rai Radio 1), la sottosegretaria parla di «un messaggio assolutamente sbagliato» che sta passando, in queste ore, in merito alla tassazione sulla casa. «Non esiste nella delega» varata ieri a palazzo Chigi un messaggio secondo cui si starebbe «facendo questa operazione per aumentare il peso» impositivo, ribadendo che, invece, «la maggioranza degli italiani pagherebbe meno», mentre «quelli che hanno un patrimonio di grande valore si troverebbero a pagare un pochino di più. E mi sembra anche giusto», perché «ne hanno la possibilità», ha aggiunto.
Come accennato, i malumori post-voto per le comunali e per il rinnovo dei vertici della regione Calabria si stanno riverberando pure sulla questione catastale. «Contiamo che il Parlamento, che può intervenire, modifichi questi passaggi, e tolga qualsiasi ipotesi di riforma del catasto e di patrimoniale sulla casa dalla delega fiscale», dichiara il leader della Lega Matteo Salvini, in tarda mattinata. Espressioni, queste, cui ribatte dall’estero (precisamente da Brdo, in Slovenia, dove si sta svolgendo un vertice europeo) il presidente del Consiglio Mario Draghi: la riforma del catasto, scandisce, «non è una patrimoniale».